De’Longhi ha chiuso il 2022 con ricavi in calo del 2% a 3,16 miliardi (-5,9% a cambi costanti), in un anno caratterizzato da eventi politici straordinari e imprevedibili e da dinamiche macroeconomiche che hanno avuto impatti rilevanti sulla crescita e sulla profittabilità dell’intero settore.
Nello specifico, dopo una partenza d’anno sostenuta, sostenuta da una brillante performance del caffè, nel corso dei successivi trimestri il Gruppo ha evidenziato un calo generalizzato del fatturato ad un tasso mid-single digit, spiegato principalmente dal rallentamento dei consumi in Europa, a cui si sono aggiunti l’intensificarsi delle pressioni inflazionistiche su alcune componenti di costo del prodotto e costi straordinari legati ad un anomalo livello di magazzino raggiunto nel corso del primo semestre dell’anno.
A parziale compensazione di tali effetti, il Gruppo ha mantenuto una politica di prezzi in misurato rialzo, oltre ad aver implementato misure eccezionali che hanno consentito nella seconda metà dell’anno di riportare il livello dello stock sotto controllo e ben oltre i target preventivati.
A livello geografico, l’Europa ha segnato un -9,7% a 1,87 miliardi (-10,8% a cambi costanti), complice soprattutto il calo nell’Europa nord-orientale (-12,8% a 747 milioni) a causa dell’impatto della guerra in Ucraina.
L’area Meia ha segnato un +7,9% a 197 milioni (-4,1% a cambi costanti), l’America ha segnato un +10,8% a 623 milioni (-1,2% a cambi costanti) e l’area Asia-Pacific un +15,9% a 464 milioni (+12,2% a cambi costanti).
L’Ebitda adjusted è diminuito del 29,7% a 362 milioni con una marginalità in discesa all’11,5% (-450 punti base), mentre l’Ebit ha registrato un -31,9% a 263,5 milioni con un’incidenza sui ricavi all’8,3% (-370 punti base).
L’esercizio si è chiuso con un utile netto in calo del 43% a 177,4 milioni.
Dal lato patrimoniale, la posizione finanziaria netta risulta positiva per 299 milioni, in diminuzione rispetto ai 425 milioni al 31 dicembre 2021 ma in deciso miglioramento rispetto ai 29 milioni al 30 settembre 2022 dopo un cash flow positivo di 270 milioni nel quarto trimestre grazie soprattutto alle azioni di riduzione delle scorte.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, per il 2023 De’Longhi prevede di poter chiudere l’anno con ricavi in leggera flessione ed un Ebitda adjusted nell’intervallo di 370-390 milioni.