Wall Street ondeggia ma tiene l’urto della crisi bancaria domestica che la Federal Reserve e l’autorità settoriale (FDIC) stanno gestendo, evitando perdite tra i risparmiatori che potrebbero scatenare una pericolosa corsa agli sportelli.
Dopo la crisi della Silicon Valley bank, la sedicesima del Paese per attivo patrimoniale, è stato il turno di First Republic Bank (-62%) ad essere commissariata. A picco tutto il settore bancario ed in particolare le banche regionali, le più esposte alla recente impennata dei tassi di interesse.
Grossi cali per Keycorp (-27%), Trust Financial Corp (-17%) e ancora Charles Schwabla cui perdita cumulata in meno di una settimana sfiora il 40%. In difficoltà anche i grossi calibri come Bank of America (-5,8%).
Tra i listini principali chiude in calo lo S&P500 (-0,2%), seguito molto da vicino dal Dow Jones (-0,3%). Molto più marcata la discesa del Russell 2000 che sfiora il punto e mezzo percentuale, mentre il Nasdaq è l’unico indice in controtendenza con un progresso dello 0,4%.
Terza seduta consecutiva di forte rialzo per il VIX che guadagna quasi il sette per cento salendo a 26,8 dopo un picco intraday oltre i 30 punti.
Continua la forte discesa dei rendimenti sul mercato obbligazionario che subisce una sorta di “flight to safety” per le tensioni nel settore finanziario domestico. Il Tbond cede altri diciotto punti base al 3,52%, mentre il titolo biennale subisce la peggior flessione in tre giorni dal 1987.
Tra le materie prime, il petrolio arriva a perdere fino al quattro per cento per poi limitare la caduta a poco più di due punti percentuali a 74,5 dollari al barile. In calo anche il rame (-1,5%).
Seconda seduta di forte rimbalzo invece per i due principali metalli preziosi, i quali sfruttano le debolezze del settore finanziario. L’oro si apprezza di quasi il tre per cento mentre l’argento arriva a guadagnare il sette.
Sul mercato valutario il dollaro prosegue la fase di indebolimento nei confronti dell’euro fino a 1,072.
