Il Gruppo Iren chiude il 2022 con ricavi a 7.863 milioni in aumento del 58,7% rispetto ai 4.955,9 milioni dell’esercizio 2021.
I principali fattori di incremento sono riferibili ai maggiori ricavi energetici, influenzati per oltre 2.400 milioni dall’incremento dei prezzi delle commodities parzialmente assorbiti dall’effetto climatico (-88 milioni circa). Contribuiscono inoltre le attività di efficientamento energetico quali le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni degli edifici, favorite dalle agevolazioni fiscali (+274 milioni circa).
Le variazioni di perimetro incidono sui ricavi per oltre 200 milioni e sono riferibili al consolidamento da febbraio 2022 di Puglia Holding (ora Iren Green Generation), Alegas (da aprile 2022) e di SEI Toscana (da luglio 2022).
L’EBITDA sale del +3,8% a 1.054,7 milioni. L’incremento è principalmente determinato dal corrispettivo di “capacity market” per le attività di generazione elettrica, dalla crescita organica nei settori regolati (Reti e Ambiente) e dalle acquisizioni effettuate nelle rinnovabili. La crescita complessiva è stata parzialmente ridotta dall’impatto della siccità sulla filiera energetica, dai minori consumi calore per le temperature miti e da maggiori costi operativi dovuti all’inflazione.
Utile Netto di Gruppo attribuibile agli azionisti mostra una contrazione del 25% a 226 milioni (303 milioni al 31/12/2021). Il risultato 2022 include maggiori oneri finanziari su derivati per 21 milioni e l’impatto negativo del Contributo di solidarietà stimato pari a 27 milioni. Il dato 2022 si confronta con il risultato 2021 che era stato influenzato positivamente per 32 milioni da proventi fiscali non ricorrenti e per 9 milioni da altre sopravvenienze attive. Escludendo gli elementi fiscali non ricorrenti degli esercizio a confronto, l’utile netto di Gruppo attribuibile agli azionisti si attesterebbe a fine 2022 a 253 milioni in calo di solo il 3,5%.
L’Indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2022 si esprime in 3.347 milioni in incremento (+15,2%) rispetto a 2.906 milioni di fine 2021. Gli investimenti realizzati nel periodo hanno contribuito alla crescita del debito netto che è rimasto tuttavia contenuto grazie alla cessione del magazzino gas e alla gestione del capitale circolante netto commerciale.
Gli investimenti lordi balzano del 56% a 1.485 milioni, di cui 898 milioni di investimenti tecnici (sviluppo impiantistico rinnovabile, impianti di trattamento rifiuti, resilienza delle reti di distribuzione), 310 milioni relativi a operazioni di M&A e 277 milioni inerenti lavori di riqualificazione energetica degli edifici.
Il Cda ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti, convocata il 4 maggio 2023, il pagamento di un dividendo pari a 0,11€ per azione, in crescita del 10% rispetto alla cedola 2021, che verrà messo in pagamento a decorrere dal 21 giugno (data stacco della cedola il 19 giugno – record date il 20 giugno).
Infine, per il 2023 il Gruppo prevede investimenti superiori al miliardo di euro e destinati principalmente allo sviluppo degli asset in particolare nelle reti, nel settore ambiente ed in quello della generazione rinnovabile. Forte di tale capacità di sviluppo, i risultati economici sono attesi in crescita rispetto a quelli del 2022 grazie a un recupero del pieno valore del portafoglio clienti, alla stabilizzazione dei prezzi energetici e al venir meno degli elementi straordinari negativi riportati nel 2022.