Mercati asiatici – Prevale la debolezza in un clima di cautela

Seduta perlopiù debole per i principali listini asiatici nonostante il rimbalzo di Wall Street.

In Cina, Shanghai cede 0,6% mentre Shenzhen resiste a +0,3%. Hong Kong è il calo dello 0,8% e in Giappone Nikkei e Topix segnano entrambi un -0,1%.

Il sentiment resta frenato dagli ultimi sviluppi relativi al settore bancario mentre la segretario al Tesoro, Janet Yellen, ha cercato di rassicurare i mercati facendo sapere che in futuro, se necessario, potrebbero essere nuovamente implementate le azioni di emergenza utilizzate per sostenere i clienti della Silicon Valley Bank e della Signature Bank.

Il tutto mentre gli investitori hanno metabolizzato le ultime mosse delle banche centrali con la Fed che ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base, il nono incremento consecutivo, portandoli nell’intervallo del 4,75-5%, sui massimi da settembre 2007.

A ciò hanno fatto seguito le decisioni della Bank of England, che ha annunciato una stretta da un quarto di punto percentuale, oltre che gli interventi degli istituti centrali di Svizzera e Norvegia.

Sul fronte macro, l’indice dei prezzi nazionale giapponese ha rallentato, per la prima volta in 13 mesi, in linea con il consensus a +3,3% a/a dal precedente +4,3%, anche se il dato, calcolato escludendo prodotti freschi ed energia, ha registrato un’accelerazione oltre le attese a +3,5%. Lettura quest’ultima che sottolinea una maggiore pressione inflazionistica che potrebbe portare la banca centrale nipponica a normalizzare la propria politica ultra accomodante prima del previsto.

Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende in area 1,082 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a  130,4. Tra le materie prime, il petrolio viaggia in frazionale rialzo con il Brent a 76,2 dollari (+0,3%) e il Wti a 70,3 dollari al barile (+0,4%).

Il tutto dopo che ieri, a Wall Street, il Nasdaq ha guadagnato l’1%, lo S&P500 lo 0,3% e il Dow Jones lo 0,2%.