Mercati asiatici – Seduta mista, tiene il Giappone, deboli Cina e Hong Kong

Seduta mista per i principali listini asiatici dopo il recupero di Wall Street.

In Cina, Shanghai cede lo 0,5% mentre Shenzhen resiste a 0,0%. Hong Kong è il calo dello 0,8%, mentre in Giappone Nikkei e Topix guadagnano rispettivamente lo 0,5% e lo 0,4%.

Il sentiment resta frenato dalle preoccupazioni per la stabilità del settore finanziario e i conseguenti timori per la tenuta dell’economia.

Gli operatori continuano a monitorare i problemi emersi nel comparto bancario in seguito al rapido ciclo di rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali per contrastare le pressioni inflazionistiche.

Mentre si attendono gli interventi di alcuni funzionari della Federal Reserve e del segretario al Tesoro Janet Yellen, durante il fine settimana il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, ha dichiarato che le turbolenze bancarie hanno aumentato il rischio di una recessione negli Stati Uniti.

Tornando in Asia, in Cina i dati sui profitti industriali hanno registrato un calo nei primi due mesi dell’anno, manifestando la difficoltà delle fabbriche nel riprendersi completamente dalla crisi indotta dal Covid.

Sempre sul fronte macro, in Giappone a gennaio il Leading Index (valore finale) si è attestato a 96,6 punti rispetto ai 96,5 punti del dato preliminare. A dicembre il Leading Index si era fissato a 97,2 punti.

Sul forex, l’euro/dollaro oscilla in area 1,076 e il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a  131,3. Tra le materie prime, il petrolio viaggia in frazionale rialzo con il Brent a 75,1 dollari (+0,7%) e il Wti a 69,8 dollari al barile (+0,8%).

Il tutto dopo che venerdì, a Wall Street, lo S&P 500 ha guadagnato lo 0,6%, il Dow Jones lo 0,4% e il Nasdaq lo 0,3%.