Chiusura perlopiù in territorio positivo per le Borse europee mentre Wall Street procede in rialzo dopo la pubblicazione di dati sui prezzi alla produzione migliori del previsto.
A Milano il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni intorno alla parità in area 27.626 punti, il Cac 40 di Parigi guadagna l’1,1%, l’IBEX 35 di Madrid lo 0,3%, il Dax di Francoforte e il Ftse 100 di Londra, entrambi lo 0,2%.
Oltreoceano, il Nasdaq guadagna l’1,4%, lo S&P 500 lo 0,6%, il Dow Jones lo 0,4%, in scia ai dati sui prezzi alla produzione usciti oggi.
A marzo negli Stati Uniti l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) è risultato in calo su base mensile dello 0,5%, a fronte di aspettative di un dato stabile. Dati che fanno seguito a quelli di ieri sull’indice dei prezzi al consumo (CPI), risultati in miglioramento e sotto le attese, sebbene la persistenza del dato Core, in aumento rispetto a febbraio, abbia contribuito a calmare l’ottimismo degli operatori.
Gli operatori continuano a scontare un rialzo dei tassi di 25 punti al prossimo meeting FOMC come lo scenario più probabile, con un cambio di rotta nella politica monetaria della Fed atteso per la seconda parte dell’anno.
Nel Vecchio Continente, l’inflazione di marzo in Germania ha registrato un +0,8% su base mensile e +7,4% su base annua, in linea con il dato preliminare e il consensus degli analisti.
Intanto sul forex l’euro/dollaro torna sopra quota 1,10 per la prima volta da aprile 2022 e sale a 1,105, mentre il dollaro/yen scende a 132,3.
Tra le materie prime, in calo le quotazioni del greggio, con il Brent (-0,9%) a 86,5 dollari e il Wti (-0,8%) a 82,6 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund sale a 184 punti, con il rendimento del decennale italiano al 4,21%.
Tornando a Piazza Affari, guidano Moncler (+4,4%), Leonardo (+3,2%), Amplifon (+2,5%), e Nexi (+2,1%). Arretrano invece Enel (-3,9%), Finecobank (-1,7%), Banca Generali (-1,7%) e Terna (-1,6%).