Il Gruppo EEMS ha archiviato l’esercizio 2022 con ricavi e proventi operativi per 1,406 milioni, quasi raddoppiati rispetto a 0,721 milioni del 2021.
L’EBITDA negativo per 2,164 milioni, in peggioramento rispetto al deficit di 0,642 milioni del 2021.
L’EBIT è negativo per 2,170 milioni, a fronte dei -0,099 milioni registrati l’esercizio precedente.
Il conto economico chiude con una perdita netta di 2,258 milioni, in peggioramento rispetto alla perdita netta di 0,287 milioni del 2021.
Dal lato patrimoniale, la Posizione Finanziaria Netta al 31 dicembre 2022 è positiva (cassa) per 0,541 milioni, in calo rispetto alla cassa di 0,820 milioni al 31 dicembre 2021.
La società ha fornito indicazioni in merito all’andamento del piano industriale.
L’attività di vendita all’ingrosso di energia elettrica e gas naturale è stata avviata nel mese di gennaio 2022 mediante la sottoscrizione di un contratto in qualità di grossista nella distribuzione di gas naturale che ha determinato ricavi pari a circa 1,342 milioni.
Nell’anno non è stato possibile sottoscrivere ulteriori contratti a causa del notevole aumento dei costi dell’energia elettrica e del gas e della relativa volatilità degli stessi a causa delle tensioni derivanti dal conflitto fra Russia e Ucraina. L’incremento dei prezzi ha
determinato, infatti, la necessità di avere maggiore liquidità a disposizione per far fronte all’esborso per l’acquisto delle commodities e poter gestire l’incrementato rischio di credito conseguente ai contestuali stress finanziari sofferti dai clienti.
In sede di approvazione del progetto di bilancio dell’esercizio 2022, la Società ha approvato uno scenario di operatività coerente con le attuali risorse finanziarie a disposizione, mentre è ancora in corso di implementazione il nuovo Piano Industriale 2023–2027.
La necessità di rimodulare il Piano Industriale è legata alla decisione del Gruppo di adottare un’adeguata gestione del rischio, al fine di minimizzare l’esposizione finanziaria per l’acquisto delle commodities e il rilascio delle relative fideiussioni, connessa con l’inatteso e cospicuo incremento dei prezzi, che ha reso ancora più rischiosa e onerosa l’attività di commercializzazione di gas ed energia elettrica.