Mercati asiatici – Seduta mista con la debolezza di Shenzhen

Seduta mista per i principali listini asiatici, orfani ancora del Giappone fermo per festività, dopo la chiusura sottotono di Wall Street.

In Cina, alla riapertura, Shanghai guadagna lo 0,6% e Shenzhen cede lo 0,4% mentre Hong Kong sale dello 0,8%.

Il tutto all’indomani della riunione della Federal Reserve, con la banca centrale americana che, come da attese, ha alzato il costo del denaro di 25 punti base, ovvero il decimo e probabilmente ultimo rialzo consecutivo, che ha portato i tassi di riferimento, all’intervallo del 5-5,25%, ai massimi da metà 2007.

La Fed ha rimosso dalla sua precedente dichiarazione la frase che diceva che potrebbero essere necessari “alcuni ulteriori” rialzi dei tassi, sostituendola con l’espressione che prenderà in considerazione una serie di fattori per “determinare la misura” in cui potrebbero essere “appropriati futuri rialzi”.

Le parole del presidente Jerome Powell hanno aperto la strada verso una pausa nelle strette a giugno, riducendo tuttavia le aspettative di tagli ai tassi nel corso dell’anno.

Powell stima per fine 2023 un indice dei prezzi al consumo al 3%, con la previsione comunque di portare “l’inflazione al target del 2% nel tempo” e aggiungendo che ciò potrà essere fatto “fortunatamente, senza penalizzare il mercato del lavoro”.

Sempre in tema banche centrali, oggi lo sguardo si sposterà sul meeting della Bce che dovrebbe aumentare il tasso sui depositi di un quarto di punto al 3,25%, segnando un rallentamento nel ciclo dei rialzi. Domani focus invece sul job report statunitense.

Sul forex l’euro/dollaro risale a quota 1,108 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende in area 134,4. Tra le materie prime il petrolio viaggia in rialzo con il Brent (+1,2%) a 73,2 dollari e il Wti (+0,9%) a 69,2 dollari al barile.

Il tutto dopo che, ieri, a Wall Street, il Dow Jones ha ceduto lo 0,8%, lo S&P500 lo 0,7% e il Nasdaq lo 0,5%.