Nel 1Q 2023 il gruppo Banca MPS ha realizzato ricavi complessivi per 879 milioni, in aumento su base annua dell’11,8%. Rispetto al trimestre precedente, i ricavi aumentano del 4,8%, trainati dal margine di interesse (+1,2%) e, soprattutto, delle commissioni nette (+7,3%).
Il margine di interesse è risultato pari a 505 milioni (+56,6% a/a). Tale crescita è stata guidata prevalentemente dal maggior contributo del comparto commerciale, evidenziato dal miglioramento dello spread fra interessi attivi e interessi passivi, e dalla crescita del contributo del portafoglio titoli della capogruppo, in conseguenza di maggiori rendimenti. In peggioramento, invece, il contributo riveniente dai rapporti con le banche centrali, a seguito delle decisioni di politica monetaria della BCE che hanno introdotto un innalzamento dei tassi di riferimento, specialmente sulle operazioni di rifinanziamento TLTRO. In aumento anche il costo della raccolta di mercato, in conseguenza soprattutto del rialzo dei tassi.
Le commissioni nette assommano a 332 milioni, in crescita rispetto al trimestre precedente (+7,3% t/t) per effetto principalmente della ripresa delle commissioni sulla gestione del risparmio; risultano invece in calo su base annua del 10,2%, principalmente per la dinamica delle commissioni di collocamento in relazione alla persistente volatilità di mercato e al rinnovato interesse da parte della clientela per gli investimenti a tasso fisso (principalmente titoli di stato).
Il risultato netto della negoziazione, delle valutazioni al fair value di attività/passività e degli utili da cessioni/riacquisti ammonta a 25 milioni, in calo del 66% a/a e (inclusivi di consistenti utili sulla cessione di titoli), ma aumenta di 25 milioni rispetto al trimestre precedente.
Gli oneri operativi diminuiscono del 13,8% a/a a 465 milioni (-8,2% t/t). In particolare, rispetto al primo trimestre 2022, le spese per il personale sono scese del 19,2% a 288 milioni e quelle amministrative sono risultate in flessione dell’1,9% a 133 milioni.
Il risultato operativo lordo si fissa a 414 milioni, in crescita del 67,6% a/a e del 24,7% t/t.
Il costo del credito clientela è stato pari a 107 milioni, sostanzialmente in linea rispetto ai 111 milioni rilevati nello stesso periodo dell’anno precedente e maggiore rispetto ai 97 milioni rilevati nel trimestre precedente.
Il rapporto tra il costo del credito clientela annualizzato e la somma dei finanziamenti clientela e del valore dei titoli rivenienti da operazioni di cessione/cartolarizzazione di crediti non performing esprime un trend stabile, con un tasso di provisioning di 55 bps (56 bps al 31 marzo 2022 e 55 bps al 31 dicembre 2022).
Il risultato operativo netto del gruppo è positivo per 309 milioni, a fronte di un valore positivo pari a 136 milioni registrato nello stesso periodo dell’anno precedente e di
un valore positivo di 233 milioni registrato nel trimestre precedente.
Le componenti non operative assommano a oneri pari a 88,3 milioni, diminuiti del 33% a/a, al cui interno figurano accantonamenti al fondo rischi e oneri negativi per 6 milioni, accantonamenti per rischi e oneri connessi a SRF, DGS e schemi similari per -58 milioni, costituito dal contributo a carico del Gruppo dovuto al Fondo di Risoluzione Unico (SRF), in crescita rispetto al saldo di 89 milioni a marzo 2022.
L’utile di periodo di pertinenza della capogruppo ammonta a 236 milioni, a fronte di un utile di 10 milioni dei primi 3 mesi del 2022 e in crescita del 51,3% rispetto al trimestre precedente.
Dal lato patrimoniale, i volumi di raccolta diretta si sono attestati a 84,1 miliardi e risultano in crescita di 2,1 mld di rispetto ai valori di fine dicembre 2022 per l’aumento dei PCT (+3,3 miliardi), dei depositi a scadenza (+0,4 miliardi) e delle obbligazioni (+0,7 miliardi). In flessione, invece, i conti correnti (-2,3 miliardi) e le altre forme di raccolta (-0,1 mld di euro).
La raccolta indiretta commerciale, pari a 81,8 miliardi, è cresciuta del 4,7% rispetto a fine anno 2022, con una crescita sia della componente di risparmio gestito (+0,8 miliardi) che della componente di risparmio amministrato (+2,9 mld di euro), con una dinamica riconducibile sia ai flussi netti positivi che all’effetto mercato positivo.
I finanziamenti clientela del gruppo si sono attestati a 77,8 miliardi, in crescita rispetto al 31 dicembre 2022 (+1,5 miliardi), per l’aumento dei PCT (+0,8 miliardi), dei conti correnti (+0,5 miliardi) e degli altri finanziamenti (+0,6 miliardi); in flessione i mutui (-0,3 miliardi) e i crediti deteriorati (-0,1 miliardi).
Il totale finanziamenti clientela deteriorati del gruppo è risultato pari a 3,3 miliardi in termini di esposizione lorda, sostanzialmente stabile rispetto al 31 dicembre 2022.
La percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 50,2%, in aumento rispetto al 31 dicembre 2022 quando era pari al 48,1% grazie all’incremento della
percentuale di copertura delle sofferenze (che passa dal 65,1% al 66,7%) e delle inadempienze probabili (che passa dal 37,5% al 39,4%); in flessione la percentuale di copertura dei finanziamenti scaduti deteriorati (che passa dal 22,7% al 20,8%).
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, il Common Equity Tier 1 ratio Fully
Loaded si è attestato a 14,4%, rispetto al 15,6% di dicembre 2022, e il Total Capital ratio al 18%, rispetto al 19,5% di dicembre 2022. La variazione è dovuta principalmente all’aumento degli RWA relativi al rischio di credito e controparte (3,8 miliardi), determinato principalmente dall’incremento del credito AIRB per effetto della revisione dei modelli interni.
Tali coefficienti non includono l’utile di periodo; includendo l’utile del primo trimestre 2023, il Common Equity Tier 1 ratio proforma si attesta al 14,9% e il Total Capital ratio al 18,5%.