Credem – Utile a 134,8 mln nel 1Q 2023 (+68,8% a/a)

Nel 1Q 2023 Credem ha registrato un margine di intermediazione pari a 475,6 milioni, in aumento del 33% rispetto al 1Q 2022. 

All’interno dell’aggregato, il margine finanziario è pari a 234,8 milioni (+82% a/a) e il margine da servizi si attesta a 240,8 milioni (+5,3% a/a).

Più in dettaglio, le commissioni nette ammontano a 172,5 milioni (+2,2% a/a), di cui 118,9 milioni riferiti a commissioni da gestione e intermediazione (+3,8% a/a) e 53,6 milioni a commissioni da servizi bancari (1,2% a/a).

Il trading in titoli, cambi e derivati raggiunge 40,5 milioni (+4,1% a/a).

Il risultato dell’attività assicurativa del ramo vita si attesta infine a 21,7 milioni (+36,5% a/a). 

I costi operativi sono pari a 210,3 milioni rispetto ai 199,8 milioni a fine marzo 2022 (+5,3% a/a). Nel dettaglio, le spese amministrative ammontano a 63,2 milioni (+11,1% a/a) mentre le spese relative al personale sono pari a 147,1 milioni (+2,9% a/a).

Il cost/income scende al 44,2% rispetto al 55,9% registrato nel primo trimestre 2022.

Il risultato lordo di gestione è pari a 265,3 milioni (+68,1%).

Il risultato operativo si attesta a 240,4 milioni (+80,3% a/a).

Gli accantonamenti per rischi e oneri sono pari a 1,3 milioni, in leggero aumento rispetto ai 0,9 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Le rettifiche nette di valore su crediti si attestano a 4,2 milioni (0,2 milioni a fine marzo 2022).

Il gruppo registra un costo del credito annualizzato pari a 5 bps.

Il saldo delle componenti straordinarie è pari a 35,7 milioni (16,9 milioni a fine marzo 2022) e include, tra l’altro, 34,2 milioni, al lordo dell’effetto fiscale, di contributo ai fondi per la gestione delle banche in difficoltà.

L’utile netto consolidato si attesta a 134,8 milioni (+68,9% a/a), dopo aver spesato 34,2 milioni di contributi ai fondi per la gestione delle banche in difficoltà.

Il ROTE annualizzato è pari a 19% e il ROE annualizzato si attesta a 16,3%. 

Dal lato patrimoniale, la raccolta complessiva da clientela a fine marzo 2023 è pari a 92.323 milioni contro 87.084 milioni a fine anno 2022.

La raccolta complessiva sale a 104.998 milioni da 101.946 a fine anno 2022. In particolare, la raccolta diretta da clientela raggiunge i 37.079 milioni rispetto ai 36.330 milioni al 31 dicembre 2022.

La raccolta assicurativa si attesta a 8.034 milioni (8.260 milioni a fine anno 2022).

La raccolta indiretta da clientela sale a 47.210 milioni da 42.494 a fine 2022. Nel dettaglio, la raccolta gestita si attesta a 31.339 milioni rispetto a 30.976 milioni.

Gli impieghi a clientela flettono a 33.800 milioni da 34.483 milioni a fine anno 2022. 

Le sofferenze nette su impieghi netti sono pari a 0,23% (stabile vs fine anno 2022), dato significativamente inferiore alla media di sistema pari a 0,89%.

Il rapporto tra crediti problematici totali lordi e impieghi lordi (NPL Ratio) si attesta al 2,11% (2,1% a fine dicembre 2022) a fronte di una media delle banche significative italiane di 2,92%, e 2,28% della media UE. 

Il CET1 ratio calcolato su Credemholding è pari a 13,99%, ai massimi livelli del sistema, con oltre 1,2 miliardi di margine sui requisiti patrimoniali di vigilanza; il CET1 Ratio minimo (SREP) assegnato al gruppo per il 2023 è pari a 7,56%, tra i più bassi tra le banche italiane vigilate da BCE. Il Tier 1 capital ratio è pari a 14,3% ed il Total capital ratio è pari a 16,9%. 

Ad aprile Credem ha pubblicato la Dichiarazione consolidata di carattere Non Finanziario (DNF) che sintetizza i risultati raggiunti, anche con riferimento alla creazione di valore condiviso. In particolare, l’85% del valore economico generato dal gruppo è stato distribuito agli stakeholder. Di tale ammontare, più in dettaglio, il 49% è stato destinato a dipendenti e collaboratori, il 26% alla pubblica amministrazione (mediante imposte e contributi ai fondi internazionali, nazionali e locali), il 16% a fornitori e l’8% agli azionisti. Inclusi tra i beneficiari del valore distribuito anche l’ambiente e la collettività in cui il gruppo opera. 

Nei prossimi trimestri, fatta salva l’incertezza sui movimenti dei tassi, Credem si attende una stabilizzazione della redditività.

L’istituto bancario ipotizza anche di consolidare le linee guida strategiche, di proseguire la politica di investimento che sta sostenendo una rilevante crescita commerciale, di consolidare la sostenibilità e la digitalizzazione aziendale e di confermare un costante presidio di un profilo di rischio di assoluta eccellenza