Nel 1Q 2023 il gruppo De’Longhi ha registrato ricavi pari a 602,4 milioni, in calo su base annua del 18,1% (-18,7% a cambi costanti).
A livello geografico, l’area Europa (ricavi per 373,2 milioni; -17,9%) ha risentito, più di altre aree, degli effetti del conflitto russo-ucraino e dell’indebolimento del potere d’acquisto dei consumatori causato dall’inflazione.
A livello di segmenti di prodotto, il difficile confronto con le straordinarie performance dei trimestri dei due precedenti anni ha determinato una flessione per tutte le macro categorie dell’ambito “consumer”, inclusa quella del caffè.
La scelta di uscire dal mercato americano dei condizionatori portatili, determinata da motivazioni di protezione della profittabilità media del portafoglio prodotti, ha pesato per complessivi 23,4 milioni di ricavi, portando tuttavia un beneficio in termini di mix. Non considerando il condizionamento portatile per il mercato USA, il restante perimetro ha mostrato una flessione del 15,4%.
Forte, invece, il trend positivo del caffè professionale a marchio Eversys, che ha continuato la sua traiettoria di crescita ad un tasso high–double–digit.
il margine industriale netto si è attestato a 304,4 milioni, pari al 50,5% dei ricavi (51,1% nel 2022); a fronte di contributi positivi del price–mix e del recupero dei prezzi dei trasporti, è rimasto ancora un residuo effetto negativo da materie prime e inefficienze produttive che dovranno trovare un pieno recupero nei prossimi mesi.
L’Ebitda adjusted si è fissato a 74,3 milioni, ovvero il 12,3% dei ricavi (13,6% nel 2022), a valle di investimenti in comunicazione e marketing che, pur restando costanti con il 2022 in percentuale dei ricavi (al 12,1%), sono diminuiti in valore di 15,7 milioni a 73,1 milioni.
L’Ebitda è stato pari a 75,5 milioni, ovvero il 12,5% dei ricavi (12,7% nel 2022), mentre l’Ebit si è attestato a 50,1 milioni, con il relativo margine all’8,3% (9,4% nel 2022).
L’utile netto di competenza del Gruppo è stato pari a 38,7 milioni (-23,5% a/a), ovvero il 6,4% dei ricavi (6,9% nel 2022).
Da lato patrimoniale, la liquidità finanziaria netta aumenta, rispetto a fine anno 2022, di 18,5 milioni a 317,2 milioni, grazie al flusso positivo della gestione operativa pari a 41,4 milioni, solo in parte assorbito da investimenti per 19,2 milioni.
L’Ad Fabio de’ Longhi commenta: “Ad oggi, il nostro Gruppo può contare su ricavi e margini che restano largamente oltre i livelli pre-pandemici, grazie alla crescita organica, agli investimenti e alle acquisizioni finalizzate in questi anni: i ricavi del trimestre sono oggi del 60% sopra quelli del 2019 (erano di € 376 milioni) e l’Ebitda adjusted è raddoppiato rispetto ai 37 milioni di Euro del 2019.”
E aggiunge: “Guardando ai prossimi trimestri, è ragionevole ipotizzare che il raffronto con l’anno passato si farà progressivamente meno sfidante, mantenendo quindi il tasso di crescita su livelli sostenuti rispetto al periodo pre–pandemico. In questo contesto, quindi, confermiamo la guidance per l’anno che prevede ricavi in leggera flessione
rispetto al 2022 ed un Ebitda adjusted nell’intervallo di 370–390 milioni di Euro.”