Mediobanca – Utile netto a 791 mln (+10% a/a) nei 9M 22-23; ricavi attesi a 3,2 mld nel FY2022-2023

Nei primi 9 mesi del 2022-23 i ricavi del gruppo confermano livelli record attestandosi a 2.418 milioni (+13% a/a), di cui 759 milioni nel 3Q 2022-23 (+10%)

Il margine di interesse cresce su base annua del 17% a 1.298,9 milioni, con un contributo trimestrale di 456 milioni, in ulteriore aumento rispetto al trimestre precedente (446,6 milioni).

In particolare, la divisione Consumer cresce nei nove mesi del 5,9% a 739,8 milioni, di cui 247,4 milioni nel trimestre), nonostante una maggior selettività nell’erogato (scoring e repricing).

Il Wealth Management chiude a 265,2 milioni (+21,2% a/a, +5,4% t/t).

Il Corporate and Investment Banking cresce a 208,9 milioni (+9,6% a/a, +7,7% t/t a) e la Tesoreria ha confermato il trend del trimestre precedente, con un apporto che sale a 31,3 milioni (-65,4 milioni lo scorso anno).

Anche le commissioni aumentano su base annua da 645,1 a 657,3 milioni, malgrado il rallentamento del trimestre (-29,4% t/t) concentrato nell’Investment Banking, che segna un contributo di 53,2 milioni (238,5 milioni nei 9 mesi, in linea con l’anno precedente).

Il Wealth Management salda a 341,2 milioni (+7,7% a/a), con un contributo trimestrale in calo (-5,5% t/t) che sconta la stagionalità di alcune poste (banking e performance). Le management fees hanno invece saldato a 247,3 milioni (+3,5% a/a, +1,5% t/t).

I proventi dell’attività di negoziazione aumentano a 172,3 milioni (+30,1% a/a), nonostante il calo del trimestre (24,2 milioni contro 83,5 milioni) caratterizzato dal repentino incremento della volatilità sui tassi, che si è riflesso sulla valorizzazione delle posizioni di trading proprietario (+0,6 milioni l’apporto degli ultimi 3 mesi a fronte di un saldo dei 9 mesi di 47,5 milioni).

L’attività con la clientela ha chiuso a 69,3 milioni (+13% a/a), in rallentamento nel trimestre (6,8 milioni contro 31,9 milioni).

La gestione attiva del banking book ha generato nel trimestre utili per circa 11,3 milioni (37,7 milioni nei 9 mesi).

L’apporto dell’equity method di Assicurazioni Generali è pari a 284,1 milioni, in aumento
rispetto allo scorso anno (263,3 milioni), con un contributo nell’ultimo trimestre di 89,6 milioni. Gli altri investimenti ex IAS28 concorrono per 5,4 milioni.

I costi di struttura salgono a 1.034,9 milioni (+8,1% a/a), con una crescita equilibrata tra costo del lavoro (+8,4%) e spese amministrative (+7,7%).

Nel trimestre si osserva la discesa del costo del lavoro (-9,1% t/t) per i minori accantonamenti variabili, in particolare nell’Investment Banking, allineati al trend dei ricavi. Anche le spese amministrative rallentano trimestralmente, seppure in minor misura (-4,5% t/t), scontando l’avanzamento del piano di investimenti IT e marketing, nonché le maggiori spese di recupero.

Le rettifiche su crediti salgono su base annua del 7,5% a 209,5 milioni (COR a 53bps, sostanzialmente invariato), ma in deciso calo rispetto al trimestre precedente (53,1 milioni vs 93,8 milioni), in relazione a uno scenario macroeconomico più prudente.

Sostanzialmente stabili i contributi degli altri portafogli, anche se in lieve aumento quello Consumer (da 143 a 150,4 milioni), esclusivamente grazie all’andamento dei volumi. Dopo l’accantonamento del trimestre (50,1 milioni) il costo del rischio si attesta a 143bps (144bps lo scorso anno). Nel complesso, la qualità creditizia resta buona, con uno stock di overlay invariato a 285 milioni (282 milioni a fine dicembre e 294 milioni a giugno 2022).

L’utile dei nove mesi, pari a 790,5 milioni, sconta, in primo luogo, rettifiche su altre attività finanziarie (obbligazioni e fondi valorizzati al fair value) per 13 milioni, in ripresa nel trimestre (+9,7 milioni), di cui 8,3 milioni per la valorizzazione dei fondi.

In secondo luogo, altre partite per -96 milioni, di cui 57,9 milioni nel trimestre; la voce include i contributi ai fondi di risoluzione per 84,7 milioni, di cui 59,7 milioni al nuovo accantonamento al Single ResolutionFund, il cui versamento è previsto a fine maggio 2023.

Infine, imposte del periodo per 267,7 milioni, corrispondenti ad un tax rate del 25,1%, con un contributo del trimestre di 76,5 milioni.

Il totale attivo si attesta a 91,8 miliardi, in crescita del 4%, in calo rispetto ai 93,7 miliardi a fine dicembre 2022.

Gli impieghi verso la clientela sono scesi dell0 0,8% t/t, riflettendo la nuova politica selettiva delle erogazioni in termini di marginalità corretta per il rischio.

Le attività deteriorate lorde sono scese a 1.295,2 milioni (2,4% degli impieghi vs 2,4% di dicembre).

La raccolta è calata da 62 miliardi di fine dicembre 2022 a 58,8 miliardi di fine marzo 2023.

Le masse amministrate/gestite (AUM/AUA) saldano a 57,4 miliardi (54,5 miliardi a dicembre).

Il CET1 ratio phase-in sale al 15,4% (14,4% fully-loaded), in aumento nel trimestre di circa 30bps, quasi interamente rinvenienti dai minori volumi di finanziamenti CIB. L’autofinanziamento trimestrale (+15bps, al netto payout del 70%) è stato infatti assorbito dalle deduzioni collegate all’incremento della partecipazione Assicurazioni Generali (che in buona parte sarà recuperato con lo stacco del dividendo di maggio 2023).

Il Total Capital ratio sale dal 16,8% al 17,6%, per effetto della nuova emissione subordinata.

Il Gruppo si attende per l’intero esercizio 2022-2023: ricavi nell’ordine di 3,2 miliardi, superiori al target di Piano di 3 miliardi; margine di interesse per circa 1,8 miliardi, in crescita di circa il 20% a/a; commissioni nette oltre 0,8 miliardi, pressoché stabili a/a; risultato operativo risk adj. pari a circa 1,5 miliardi, in crescita di oltre il 15%, al netto di un costo del rischio previsto nell’intervallo di 50-55bps; distribuzione degli utili: cash pay-out del 70%.