Nel primo trimestre 2023, Banca Sistema registrato un margine di interesse pari a 20,6 milioni, sostanzialmente con il primo trimestre 2022.
Nel dettaglio, gli interessi attivi e gli altri proventi sono aumentati del 70% a 40,1 milioni, contro una crescita degli interessi passivi e oneri assimilati del 561% a 19,5 milioni.
Le commissioni nette sono state pari a 4,6 milioni, in aumento del 24% rispetto al periodo di confronto.
Le componenti positive di reddito derivanti da attività finanziarie valutate a fair value sono state pari 200 mila euro (-37%) e l’attività di negoziazione è stato negativo per 250 mila euro.
Il margine di intermediazione segna così un aumento del 3% a 25,3 milioni.
Dopo aver spesato rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti per circa 1 milione (-55%), il risultato della gestione finanziaria è pari a 24,2 milioni (+8%).
I costi operativi sono aumentati del 17% a 18,4 milioni, spinti dalla crescita delle spese del personale (+14%), legata soprattutto alla componente variabile, e delle spese amministrative (+9%), come marketing, IT e legali, a cui si è aggiunto il consolidamento delle controllate Art–Rite e PP Grecia.
L’utile del periodo di pertinenza della capogruppo è pari a 3,7 milioni (-15%), dopo imposte di periodo per circa 2 milioni e perdite di periodo di pertinenza di terzi per 114 mila euro.
Dal lato commerciale, la business line del factoring ha registrato una solida crescita, con volumi (turnover) pari a 1.069 milioni, pari ad una crescita del 9% a/a.
Gli impieghi factoring al 31 marzo 2023 si attestano a 1.576 milioni, in aumento rispetto ai 1.501 milioni al 31 dicembre 2022.
Il factoring pro soluto, pari al 83%, dell’outstanding gestionale, include i crediti fiscali (pari al 13% degli impieghi, rispetto al 9% del 31.12.2022).
Con riferimento alla business line CQ, il Gruppo ha erogato crediti per 37 milioni (capitale finanziato), in calo rispetto allo scorso anno (47 milioni) ed esclusivamente con il canale Diretto (QuintoPuoi).
Lo stock dei crediti al 31 marzo 2023 ammonta a 903 milioni, in calo a/a (919 milioni) e rispetto al 31 dicembre 2022 (933 milioni).
Gli impieghi del credito su pegno si attestano a 109,4 milioni, in aumento del 19% a/a
Dal lato patrimoniale, il portafoglio titoli include titoli di Stato italiani, pari a 1.243,7 milioni con una vita residua media di 15,3 mesi. La componente “Held to Collect and Sell” (HTCS), pari a 557,6 milioni è in lieve aumento rispetto al 31 dicembre 2022 (553 milioni).
La voce Attività finanziarie al costo ammortizzato (3.598 milioni) è composta dagli impieghi in essere su factoring (1.576 milioni), in aumento del 5% rispetto al 31 dicembre 2022, dai finanziamenti nella forma tecnica di CQS e CQP (903 milioni), parte del portafoglio
titoli (686,1 milioni), i finanziamenti con garanzia dello Stato alle PMI (pari a 189 milioni vs 197 milioni al 31.12.2022) ed impieghi per 109 milioni del credito su pegno (in costante aumento trimestralmente).
Lo stock dei crediti deteriorati lordi, pari a 275,9 milioni, cala rispetto al 31 dicembre 2022 (pari a 284,8 milioni). L’andamento trimestrale è guidato in prevalenza dai minor scaduti, pari a 67,4 milioni (81,4 milioni al 31.12.2022), che hanno più che compensato l’aumento di sofferenze (che al netto dei comuni in dissesto risultano coperte all’88%) e inadempienze probabili.
I Debiti verso clientela (pari a 2.829 milioni) sono in calo rispetto a fine anno 2022 (3.056 milioni), prevalentemente per la dinamica dei conti correnti.