Seduta mista per i principali listini asiatici dopo la chiusura debole di Wall Street.
In Cina, Shanghai cede lo 0,5% e Shenzhen lo 0,1% mentre Hong Kong indietreggia dell’1%. Bene invece il Giappone con Nikkei +0,8% e Topix +0,3%, con quest’ultimo intorno ai massimi dal 1990.
Oltreoceano, il Nasdaq ha ceduto lo 0,2%, lo S&P500 lo 0,6% e il Dow Jones l’1%.
Sul fronte macroeconomico, in Giappone la lettura preliminare del PIL destagionalizzato del primo trimestre 2023 ha registrato un aumento dello 0,4% t/t, meglio del consensus (+0,2%) e del precedente dato stabile. Il PIL annualizzato destagionalizzato è salito oltre le attese dell’1,6% t/t (consensus +0,8%; precedente -0,1% rivisto da +0,1%).
Il governo nipponico ha dichiarato che il prodotto interno lordo è cresciuto al ritmo più veloce in tre trimestri poiché un ulteriore allentamento delle normative sulla pandemia ha aumentato la spesa dei consumatori.
Il tutto all’indomani dei dati cinesi più deboli del previsto, dalla produzione industriale alle vendite al dettaglio, che hanno sollevato preoccupazioni sulla forza della ripresa nella seconda economia mondiale e hanno sollecitato la richiesta di maggiori stimoli politici per sostenere la crescita.
Nessun progresso, intanto, dal dibattito sull’innalzamento del tetto al debito statunitense, anche se le parti hanno individuato le persone alle quali affidare la trattativa. Il presidente Joe Biden andrà, comunque, in Giappone per il vertice del G7, in programma dal 19 al 21 maggio, ma cancellerà le tappe in Papua Nuova Guinea e in Australia per rientrare a Washington e seguire da vicino i negoziati.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla in area 1,086 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a 136,7. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,8%) a 74,3 dollari e il Wti (-0,9%) a 70,2 dollari al barile.