Mercati asiatici – Bene il Giappone, frena la Cina

Seduta mista per i principali listini asiatici dopo la chiusura in flessione a Wall Street.

In Cina, Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,5% e l’1,1%. Resiste invece Hong Kong (+0,3%) e bene il Giappone con Nikkei a +0,9% e Topix +0,7%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha chiuso a -0,1%, lo S&P500 a -0,2% e il Dow Jones a -0,6%.

Gli investitori restano intenti a monitorare le mosse delle le indicazioni provenienti dall’agenda macroeconomica e dalle banche centrali.

In proposito, la Reserve Bank dell’Australia ha aumentato il suo tasso di riferimento di 25 punti base al 4,1%, avvertendo che l’inflazione è ancora troppo alta e potrebbe essere necessario un ulteriore inasprimento della politica monetaria.

Allargando lo sguardo al Vecchio Continente, ieri, in occasione dell’audizione di fonte alla commissione Affari economici del Parlamento europeo, la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha ribadito che la politica monetaria rimarrà restrittiva finché l’inflazione non scenderà al 2%, mettendo in guardia dalla “spirale di ritorsioni reciproche” che si creerebbe “alzando i salari dopo l’aumento dei margini”.

Tornando in Asia, il sentiment è stato in parte sostenuto da un aumento delle azioni degli sviluppatori immobiliari di Hong Kong sulla prospettiva di nuove misure di sostegno per il settore.

Sul forex, il cambio euro/dollaro risale in area 1,073 mentre il dollaro/yen ridiscende a 139,4. Tra le materie prime, petrolio in calo dopo il rialzo di ieri in scia all’annuncio da parte dell’Arabia Saudita di voler tagliare la produzione di un ulteriore milione di barili al giorno a luglio, portando il proprio output ai livelli più bassi degli ultimi anni.