Mercati – Prevista partenza in moderato rialzo per l’Europa

Prevista partenza in moderato rialzo per le borse europee con l’attenzione concentrata sulla ricca agenda macroeconomica odierna, il mercato valutario e nel giorno in cui si conclude la riunione del Consiglio Europeo.

Chiusura ieri perlopiù positiva a Wall Street con Dow Jones in rialzo dello 0,8%, lo S&P500 dello 0,4% e Nasdaq in parità.

Sui mercati asiatici, Tokyo ha terminato a -0,1%, Shanghai viaggia a +0,7% e Hong Kong flat.

L’attenzione resta concentrata sui segnali provenienti dal fronte macro.

E’ emerso, tra gli altri, che a giugno l’indice dei prezzi al consumo nella regione di Tokyo è aumentato del 3,1% annuo, inferiore rispetto alla rilevazione di maggio (+3,2%) e alle attese degli analisti +3,4%. L’inflazione core ha riportato una variazione positiva del 3,2% su base annua, inferiore al +3,4% del consensus e al dato precedente (+3,1% rivisto da +3,2%).

L’indice Pmi manifatturiero cinese di giugno si è attestato a 49 punti dopo i 48,8 punti di maggio, e in linea col consensus, mentre il non manifatturiero, calcolato prevalentemente su costruzioni e servizi, è sceso a 53,2 punti dai 54,5 punti di maggio (consensus 53,5 punti).

Nel Regno Unito, la lettura finale del pil del primo trimestre è in linea al consensus e al dato preliminare, con un aumento dello 0,1% t/t e dello 0,2% a/a.

Occhi in mattinata, in particolare, sui preliminari di giugno di CPI francese e dell’Eurozona, sulla disoccupazione tedesca di giugno, dell’Italia e dell’Eurozona di maggio, mentre nel pomeriggio l’attenzione si focalizzerà su spese e reddito personali negli Stati Uniti.

Restano nel contempo sotto i riflettori le mosse delle banche centrali dopo che la People’s Bank of China che ha nuovamente fissato il tasso di riferimento valutario giornaliero a un livello superiore alle stime, mentre tra gli investitori crescono le aspettative di una politica monetaria della Federal Reserve più restrittiva nei prossimi mesi, con i mercati che stimano ora una possibilità di quasi il 50% di un secondo rialzo dei tassi entro la fine dell’anno.