Mercati asiatici – Acquisti diffusi con il Topix (+1,4%) al top da 33 anni

Acquisti diffusi sui principali listini asiatici dopo la chiusura di venerdì in rialzo a Wall Street.

In Cina, Shanghai segna +1,3% e Shenzhen +0,5%, ancora meglio Hong Kong +1,8% e il Giappone con Nikkei a +1,7% e Topix a +1,4%, quest’ultimo ai massimi da 33 anni.

Oltreoceano, il Nasdaq è salito dell’1,4%, lo S&P500 dell’1,2% e il Dow Jones dello 0,8%.

Il sentiment continua a beneficiare nel complesso dei segnali di moderazione dell’inflazione statunitense facendo passare in secondo piano, almeno per il momento, i possibili rischi legati alla crescita economica.

Il tutto, alla luce, in particolare del deflatore PCE, una delle misure più importanti per la Fed al fine di misurare le pressioni inflazionistiche, che ha registrato un aumento del 3,8% su base annua a maggio, in linea con le attese, rallentando rispetto al +4,3% del mese precedente; anche il dato core ha visto un miglioramento, pur moderato, passando al +4,6% dal +4,7% di aprile, a fronte delle attese che davano il dato stabile.

Dati che, unitamente al job report in uscita venerdì prossimo, potranno condizionare la futura traiettoria della politica monetaria della Federal Reserve.

Sempre sul fronte macro, il Pmi manifatturiero Caixin della Cina è sceso a giugno a 50,5 punti dai 50,9 punti di maggio, al di sopra comunque dei 50 punti del consensus, segnalando come la seconda economia mondiale stia ancora lottando per la ripresa economica.

In Giappone, il PMI manifatturiero Jibun Bank finale di giugno ha confermato il preliminare a 49,8 punti.

Infine, cresce l’attesa per la visita di Janet Yellen, a Pechino, in programma dal 6 al 9 luglio, dove il segretario al Tesoro degli Stati Uniti incontrerà alti funzionari del governo cinese nel tentativo di riallacciare i rapporti dopo le ultime tensioni.

Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende in area 1,089 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a 144,6. Tra le materie prime, petrolio in frazionale ribasso con il Brent (-0,3%) a 75,2 dollari e il Wti (-0,4%) a 70,4 dollari al barile.