Mercati – Eurolistini proseguono incerti, Milano guadagna lo 0,2%

Prosegue poco mossa la seduta delle borse europee, così come quella di Wall Street, con gli investitori che restano intenti a monitorare le mosse delle banche centrali e l’agenda macroeconomica.

A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,2% a 28.663 punti, in linea con il Ftse 100 di Londra (+0,2%) mentre il Dax di Francoforte e il Cac 40 di Parigi viaggiano flat e l’Ibex35 di Madrid cede lo 0,1%. Oltreoceano, il Dow Jones sale dello 0,2%, seguito dallo S&P500 (flat) e dal Nasdaq (-0,4%), fanalino di coda.

L’incertezza delle borse europee è spiegata in parte dalle performance negative delle vendite organiche che Richemont, il secondo gruppo del lusso al mondo, ha registrato nel primo trimestre 2023, nonché dai continui dati deludenti provenienti dalla Cina. Infatti, l’economia del Vecchio Continente, e in particolare quelle di Italia e Francia, sono legate a filo doppio con l’andamento del settore Luxury e con la domanda di beni di lusso provenienti dalla Repubblica Popolare.

Nella “earnings season”, oggi è stata la volta di Morgan Stanley, che ha riportato un utile per azione pari a 1,24 dollari, inferiore rispetto agli 1,39 dollari del medesimo periodo dell’anno precedente, ma superiore agli 1,17 dollari attesi dagli analisti. Nel dettaglio, gli utili hanno subito un calo del 13% rispetto al secondo trimestre 2022, saldando a 2,18 miliardi di dollari.

Bene invece Bank of America, che, con il suo modello di business più tradizionale, ha registrato un incremento dei profitti del 19%, a 7,41 miliardi di dollari. L’Earning Per Share si è attestato così a 0,88 dollari per azione, contro gli 0,84 previsti dagli analisti.

Nell’ambito della politica monetaria europea, Ignazio Visco, presidente della Banca d’Italia, ha dichiarato, in India in occasione della riunione del G20, che la sostanziale riduzione dei prezzi delle materie prime e dell’energia, compreso il gas naturale, sta già contribuendo alla riduzione dell’inflazione, e che presto, forse entro la fine dell’anno, questo fenomeno colpirà anche l’inflazione core.  

Inoltre, il presidente di Bankit si attende anche una riduzione dell’inflazione più veloce di quella preventivata da Francoforte e che raggiunga il livello target del 2% prima del 2025.  

L’attenzione degli investitori resta su settimana prossima, quando Fed e BCE, il 26 e 27 luglio, rispettivamente, annunceranno le proprie mosse di politica monetaria. Le aspettative sulle decisioni di entrambi gli istituti centrali, ormai ampiamente scontate, sono di un rialzo di 25 punti base. Ma ciò che conterà davvero saranno le parole di Jerome Powell e di Christine Lagarde sui recenti dati economici, che segnalerebbero un picco dell’inflazione.

Sempre dal lato marco, a giugno le vendite al dettaglio degli Stati Uniti sono aumentate dello 0,2% su base mensile, meno del consensus (+0,5%) e dopo il +0,5% di maggio (rivisto da +0,3%).

Rimanendo negli USA, sempre a giugno, il dato sulla produzione industriale ha registrato un calo dello 0,5% su base mensile, a fronte di una variazione nulla prevista dagli analisti e della lettura di maggio pari al -0,2%.

Sul forex, intanto, l’euro/dollaro cala in area 1,1225 e il cambio tra il biglietto verde e lo yen a 138,26. Tra le materie prime, le quotazioni del petrolio sono in leggero rialzo, con il Brent (+0,1%) a 78,56 dollari e il Wti (+0,1%) a 74,15 dollari al barile.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende in 164 area punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,994%.

Tornando a Piazza Affari, salgono Mediolanum (+2,4%), Leonardo (+2%) e Nexi (+1,2%), mentre arretrano Moncler (-1,9%), Ferrari (-0,7%) e Bper (-0,5%).