Il Gruppo Iren chiude il primo semestre 2023 con ricavi consolidati a 3.214,4 milioni in calo del 13,4% rispetto ai 3.711,6 milioni del pari periodo 2022.
I principali fattori di contrazione del fatturato sono riferibili ai ricavi energetici, influenzati per circa -563 milioni dalle minori quantità vendute, in parte correlate ad un andamento climatico più mite, e per circa -118 milioni dalla riduzione dei prezzi delle commodities. Contribuiscono invece positivamente alla variazione del fatturato le attività di efficientamento energetico quali le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni degli edifici, favorite dalle agevolazioni fiscali (+77 milioni circa).
Le variazioni di perimetro incidono sui ricavi per circa 127 milioni e sono essenzialmente riferibili al consolidamento di Alegas (da aprile 2022), Valle Dora Energia (da giugno 2022) SEI Toscana (da luglio 2022) e AcquaEnna (da giugno 2023).
L’EBITDA sale dell’8% a 606 milioni. L’incremento è principalmente determinato dal recupero della marginalità della BU Mercato, dalla generazione di energia rinnovabile e dall’integrazione di SEI Toscana, in un contesto caratterizzato da minori volumi energetici (-19 milioni) e da maggiori costi per effetto dell’inflazione. Crescita organica di periodo pari a 14 milioni, grazie agli investimenti sui servizi di distribuzione e allo sviluppo impiantistico della BU Ambiente.
L’EBIT diminuisce del 12% a 248 milioni, risentendo dei maggiori accantonamenti al fondo rischi per 34 milioni relativi al Decreto Legge riguardante il price cap sui prezzi delle rinnovabili del Governo Italiano, di cui 14 milioni riferiti al 2022 e 20 milioni riguardanti il 2023.
L’Utile Netto di Gruppo attribuibile agli azionisti migliora del 4% a 143 milioni.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2023 cifra in 3.920 milioni in aumento da 3.347 milioni di fine 2022). Variazione riconducibile prevalentemente agli investimenti realizzati nel periodo, per supportare lo sviluppo pianificato delle infrastrutture territoriali e migliorare la qualità del servizio, in particolare nel settore idrico, e per sostenere la transizione energetica.
Gli investimenti lordi realizzati nel periodo ammontano a 561 milioni (-24,1% vs 739 milioni del 1H 2022), di cui 46 milioni di investimenti relativi ad operazioni M&A (Acquaenna, Limes 20, Romeo 2, Remat, Amter e le quote di minoranza di Futura) e 515 milioni di investimenti tecnici e lavori di efficienza energetica (+12% a/a) con un incremento del 35% degli investimenti di trattamento rifiuti per la realizzazione dei nuovi impianti di trattamento.
Alla luce di tali risultati, il management alza la guidance sull’EBITDA del +10% sul fine
anno. Gli investimenti attesi per il 2023, pari a circa 1,3 miliardi, sono destinati principalmente allo sviluppo degli asset in particolare nelle reti, nel settore ambiente ed in quello della generazione rinnovabile.