Mercati Usa – La Federal Reserve non punisce gli indici

Wall Street resiste composta al nuovo rialzo dei tassi di interesse di un quarto di un punto da parte dell’autorità mnetaria, peraltro ampiamente previsto. Il livello dei tassi di interesse ha raggiunto il 5,5%, il livello più elevato dal 2001.

Malgrado la tensione per l’aspettativa della riunione, la volatilità del mercato domestico rimane assai contenuta e gli indici continuano a muoversi in un range sempre piuttosto ristretto.

Il Russell 2000 è salito dello 0,7% ed il Dow Jones dello 0,2% eguagliando il record storico di tredici sedute consecutive positive.

In lieve calo, invece, il Nasdaq (-0,1%), mentre lo S&P500 (0,0%) chiude sostanzialmente invariato.

Nella seduta di ieri brilla Boeing (+8,7%), mentre si confermano gli andamenti della serata precedente di Microsoft (-3,7%) e Google (+5,8%).

In after hours vola Meta (+6,7%) in scia ad una trimestrale migliore delle attese nonostante abbia perso 3,7mld di dollari nel trimestre e 13,7 nell’anno per gli investimenti non ancora a reddito nel Metaverso.

Si comprime la volatilità con una penalizzazione dell’indice VIX del cinque per cento a 13,2 punti.

Il mercato obbligazionario ha registrato rendimenti in discesa con il Tbond in calo di cinque punti base al 3,85%.

Tra le materie prime il petrolio rintuzza un tentativo di correzione e termina la seduta invariato a 79,5 dollari al barile.

Metalli preziosi in denaro con l’oro che si apprezza di qualche decimo di punto percentuale e l’argento dell’uno per cento salendo al di sopra dei 25 dollari l’oncia.

Sul mercato valutario il dollaro cede quasi mezza figura nei confronti della moneta unica terminando a 1,11.