Nel primo semestre del 2023 De’ Longhi ha generato ricavi per 1,3 miliardi, in flessione del 10,6% rispetto al primo semestre 2022.
I ricavi del secondo trimestre 2023 si sono attestati a 688,8 milioni, registrando un calo del 2,9% su base annua.
Gli stessi risultati, al netto dell’impatto della discontinuità del condizionamento mobile in America nei 6 mesi e pari a 56 milioni, hanno segnato, rispettivamente, un calo del 7,1% e un incremento del 1,8%.
Inoltre, la componente valutaria (comprensiva della gestione delle coperture) ha contribuito negativamente per 0,6 punti percentuali di crescita dei ricavi nel semestre e di 2 punti percentuali nel secondo trimestre.
Infine, nel corso degli ultimi 12 mesi, l’area europea ha risentito pesantemente sia degli
effetti del conflitto russo–ucraino (e del collegato deterioramento del consumer sentiment) che dell’indebolimento del potere d’acquisto dei consumatori. Tuttavia, nel corso degli ultimi mesi la regione ha mostrato segnali di miglioramento rispetto alle precedenti dinamiche, ritornando in territorio positivo.
Per quanto concerne l’evoluzione dei segmenti di prodotto, il trimestre ha visto un ritorno alla crescita del caffè, dopo il temporaneo arretramento del primo trimestre, e una food preparation che, sebbene ancora in sofferenza, ha visto alcune famiglie di prodotto tornare in territorio positivo (food processors, personel blenders, spin juicers e friggitrici).
E’ rimasto pesantemente penalizzato il settore del comfort (riscaldamento e condizionamento portatili) a causa della discontinuità rappresentata dall’uscita dal segmento dei condizionatori portatili sul mercato americano.
In flessione anche l’home care (pulizia della casa e stiro), che tuttavia pesava nel
semestre per solo il 2,9% del fatturato totale.
Infine, il comparto delle macchine per il caffè professionale di Eversys ha segnato una crescita straordinaria (+60,7% nel trimestre e +58% nei 6 mesi), il cui peso sul totale dei ricavi del semestre è passato dal 3% al 5,2%.
un sostanziale miglioramento dei margini nonostante un fatturato in calo. Le azioni di aumento dei prezzi implementate lo scorso anno, il miglioramento del mix ed un’attenta gestione dei costi hanno consentito di compensare l’effetto negativo della flessione dei volumi.
miglioramento della componente price–mix, oltre ad una sostanziale stabilità dell’effetto relativo ai costi di produzione. Nello specifico, l’effetto price–mix ha contribuito positivamente per 20 milioni (40,2 milioni nel semestre).
L’Ebitda adjusted è stato pari a 85,8 milioni, ovvero il 12,5% dei ricavi (12,4% nel semestre) in marcato miglioramento rispetto al 6,9% del secondo trimestre 2022 e in continuità con la marginalità realizzata nel primo trimestre. La profittabilità ha anche beneficiato della minore esposizione sul fronte degli investimenti in media e comunicazione scesi di 8,8 milioni nel trimestre e 24,5 milioni nel semestre, in linea con i piani del management.
(4,4% nel 2022), dopo un livello di ammortamenti allineato all’anno precedente (pari a 25,5 milioni).
Infine, l’utile netto di competenza del Gruppo è stato pari a 44 milioni, (82,7 milioni nel semestre) ovvero il 6,4% dei ricavi (3% nel 2022).
Il flusso di cassa, prima dei dividendi e delle acquisizioni (Free Cash Flow before dividends and acquisitions) è stato pari a 85 milioni nel semestre.
Riguardo la evoluzione prevedibile della gestione e la guidance, l’Ad Fabio de’ Longhi ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti dei risultati conseguiti nel trimestre, che confermano le nostre attese di una progressiva normalizzazione dei trend di crescita e di profittabilità in questa fase post-pandemica. In particolare, mi preme evidenziare il recupero della marginalità, frutto di una attenta strategia sui prezzi e di un rigoroso controllo degli investimenti, nonché di un recupero dei costi logistici e un allentamento delle pressioni sui restanti costi operativi.”
“Stiamo tornando alla normalità delle dinamiche di business, nonostante uno scenario macroeconomico caratterizzato nel breve termine dai potenziali impatti dell’inflazione e dall’aumento dei tassi di interesse sulla ricchezza delle famiglie e sui consumi”.
“Ciononostante, il Gruppo può contare sulle intatte potenzialità di sviluppo dei segmenti del caffè e della nutrition a marchio Nutirbullet, che hanno presentato nel semestre quasi il 65% del fatturato complessivo e che sono destinati a rappresentare, nel medio termine, il principale motore di profittabilità del Gruppo.”
“In questo contesto, quindi, confermiamo la guidance per l’anno che prevede ricavi in leggera flessione rispetto al 2022 ed un Ebitda adjusted nell’intervallo di 370-390 milioni.”