Recordati ha archiviato il primo semestre 2023 con ricavi netti consolidati pari a 1,04 miliardi, in progresso del 17% su base annua (+15,4% a perimetro omogeneo e a cambi costanti), sostenuti, come spiega la società, “dal forte slancio di tutte le aree di business e dal successo dell’integrazione di EUSA Pharma”.
Questi risultati sono stati ottenuti nonostante il “forte effetto avverso dei cambi negli ultimi mesi”, con un impatto negativo nel semestre di 29,7 milioni (-3,3%), prevalentemente sul settore Specialty and Primary Care, e il riassorbimento nel secondo trimestre di parte dei benefici sulle vendite registrati nel primo trimestre.
Il portafoglio Specialty and Primary Care ha contribuito con ricavi per 668,9 milioni nei primi sei mesi, con una crescita a cambi costanti del 15% (+8,8% escluso Turchia), “trainata da tutte le principali aree terapeutiche, con un forte aumento in particolare delle vendite di specialità medicinali per le patologie influenzali nel primo trimestre”.
Le vendite del settore delle malattie rare nel primo semestre del 2023 sono complessivamente pari a 344,4 milioni, in crescita del 32,2% (+15,5% a perimetro omogeneo a cambi costanti), riflettendo l’integrazione dei prodotti oncologici acquisiti con EUSA Pharma, che hanno contribuito per 95,6 milioni (+13,1% su base pro–forma), la continua crescita delle vendite di Signifor e Isturisa (per totali 110,6 milioni, +38,2%), e con vendite resilienti nel franchise metabolico, grazie “alla forte crescita di Panhematin e a una limitata erosione da parte dei prodotti generici sul mercato statunitense”.
L’EBITDA si è attestato a 406,2 milioni, in aumento del 21,3%, con un’incidenza sui ricavi del 38,9% (37,5% nella prima metà 2022), “riflettendo il beneficio della leva operativa e delle già menzionate iniziative di efficientamento, unitamente a una sostanziale tenuta del margine lordo rettificato, che è rimasto sostanzialmente in linea con lo scorso anno”.
L’utile operativo rettificato è stato pari a 338,2 milioni, in aumento del 22,8%, con un’incidenza sui ricavi del 32,4%, riflettendo “la performance molto positiva dei ricavi, con una forte e continua disciplina sui costi e le iniziative di efficientamento che hanno compensato l’impatto dell’inflazione, gli investimenti a sostegno della crescita delle nuove
franchises e i maggiori ammortamenti relativi alle attività immateriali pari a 9,8 milioni
(principalmente per effetto del consolidamento di EUSA Pharma nel secondo trimestre del 2022)”.
L’utile operativo si è fissato a 313,4 milioni, in aumento del 34,9%; “questo riflette l’impatto a livello di margine lordo dei costi derivanti dalla rivalutazione al fair value del magazzino acquisito di EUSA Pharma di 20,9 milioni (16,9 milioni nel 2022), e costi non ricorrenti per 3,9 milioni, significativamente ridotti rispetto ai livelli del 2022, principalmente derivanti dalle operazioni di efficientamento nell’ambito dell’area di vendita del settore Specialty & Primary Care”.
L’utile netto rettificato è stato pari a 287,4 milioni (+27,9%), con un’incidenza sui ricavi del 27,5%. In aggiunta all’incremento dell’utile operativo, prosegue la società, “questo risultato beneficia di minori oneri finanziari netti, pari nel primo semestre a 24,6 milioni, in riduzione di 13,6 milioni, con l’effetto positivo di utili e perdite su cambi (4,7 milioni di utili nel 2023 vs 18,7 milioni di perdite nel 2022, principalmente trainate dalla volatilità del rublo) che ha più che compensato l’aumento dei tassi di interesse”.
L’utile netto si è attestato a 227,6 milioni, in aumento del 50,3%, con un’incidenza sui ricavi del 21,8%, “riflettendo anche costi non ricorrenti significativamente più bassi”.
Sul fronte patrimoniale, la posizione finanziaria netta ha evidenziato un debito di 1,33 miliardi rispetto a 1,42 miliardi al 31 dicembre 2022. Nel corso del periodo sono stati pagati 20 milioni di dollari di rimanenti milestone a Novartis relativi a Isturisa e 127 milioni di dividendi.