Franchi Umberto Marmi – Una forte dimensione sostenibile

Massima ottimizzazione dei giacimenti e riduzione degli impatti ambientali.  Economia circolare e innovazione nei metodi di estrazione del marmo. Nucleo artigianale e attenzione alla formazione e la sicurezza delle persone. Claudia Chiappino, ingegnere minerario presso Franchi Umberto Marmi, società specializzata nel marmo di Carrara e quotata all’Euronext Growth Milan, racconta la dimensione sostenibile dell’azienda.

Forte attenzione alla sostenibilità, con l’obiettivo di “massimizzare l’ottimizzazione dei giacimenti – spiega Claudia Chiappino, ingegnere minerario presso Franchi Umberto Marmi – cercando di estrarre il marmo nel modo più efficiente al fine di tutelare quanto più possibile la montagna e il territorio, riducendo e valorizzando gli scarti, diminuendo quindi gli impatti ambientali. Tutto all’interno di un piano strategico ben preciso che tocca 8 degli obiettivi dell’Agenda 2030, con una particolare attenzione verso la sicurezza e la formazione dei dipendenti, la riduzione dei consumi energetici, idrici e dei rifiuti lungo la catena produttiva e la creazione di una produzione e lavorazione responsabile per Fornitori e Clienti volta a garantire maggiore resilienza, trasparenza e valore condiviso non solo a Franchi Umberto Marmi, ma all’interno di tutto il comparto del marmo di Carrara.

Un percorso preciso, dal Life Cycle Assessment alla Neutralità Carbonica

Un passo importante per l’azienda – spiega l’ingegnere – “è stato lo studio degli impatti ambientali attraverso la certificazione LCA – Life Cycle Assessment, intrapreso anche nell’ottica di misurare il posizionamento nei confronti dei competitor e che ha permesso di misurare, fra gli altri parametri, le emissioni di CO2 per lastra di marmo prodotta. Le analisi condotte dimostrano che le lastre di marmo producono 7,9 chili di CO2 equivalente per metro quadro di lastra prodotta, a fronte di una media compresa tra i 15,5 e i 29,9 Kg CO2 equivalente per le ceramiche, che sono molto più energivore.”

A proposito di emissioni, Franchi Umberto Marmi prevede di raggiungere la neutralità carbonica già per la fine del 2023 per quanto riguarda la filiera primaria, ossia le sole attività di cava e trasformazione FUM. L’ambizione dell’azienda è però quella di “estendere tale traguardo a tutti i processi e farlo entro il 2026, risalendo anche a tutti i nostri fornitori e collaboratori. Vogliamo esportare la nostra attenzione alla sostenibilità a tutte le aziende satellite con cui lavoriamo.” In tal senso, Franchi Umberto Marmi è la prima azienda del settore del marmo bianco di Carrara ad aver pubblicato un Bilancio di Sostenibilità in cui vengono tracciati i principali risultati ESG e gli obiettivi per i prossimi anni.

Per raggiungere questi numeri l’azienda ha agito in prima battuta sui motori diesel, “la fonte principale di inquinamento nelle attività di cantiere”. “I macchinari di cava moderna prevedono infatti i cosiddetti motori ad urea, sostanza che permette l’abbattimento di gran parte delle emissioni”.

Il secondo fattore di riduzione degli impatti ambientali per Franchi Umberto Marmi risiede nel riciclo delle acque di lavorazione, “un aspetto su cui l’attenzione era già molto alta, perché chi conosce le Apuane sa bene che abbiamo poca acqua al monte e che va tutelata in ogni modo.

L’economia circolare dell’azienda è visibile anche nel riciclo dei materiali che prima venivano scartati. In merito, spiega Chiappino, “Carrara ha vissuto uno step epocale nella realizzazione di un consorzio al piano per recuperare tutte le ‘scaglie’ che prima venivano considerate un rifiuto e dunque destinate ai “ravaneti” (discariche minerarie). Una proporzione sempre maggiore di questi scarti rientrerà nei cicli produttivi, risultando in prodotti come ghiaie, sabbie e materiali più fini, prodotti utili al settore edilizio per esempio”.

“Questo tipo di operazione è resa possibile grazie anche alla soluzione “amministrativa” trovata dal comune di Carrara, il quale da anni ha messo in atto una legge che consente di trattare questi materiali già al monte come prodotti secondari piuttosto che come rifiuti, prevedendo una tariffa specifica per “classi merceologiche”. Si tratta di un unicum per Carrara, un’architettura normativa che non si vede in altre zone d’Italia”.

Innovazione nei processi di escavazione per mitigare i rischi legati alle attività estrattive

Dal punto di vista dei metodi di estrazione del marmo, un primo ambito su cui Franchi Umberto Marmi ha saputo innovare riguarda la cosiddetta “resinatura” delle bancate e dei blocchi di marmo. “Dove prima le parti della cava più fratturate venivano di fatto scavate e buttate via – spiega Chiappino – adesso esistono aziende specializzate che intervengono direttamente sul fronte, realizzando la compattazione della bancata, che viene rivestita con un retino e delle resine (ecosostenibili), così da compattare tutte le frazioni di roccia che con il taglio si sarebbero aperte e che invece diventano dei blocchi interi, a seguire delle lastre. Ciò che prima finiva nelle discariche minerarie diventa ora materiale utilizzabile.”

Il secondo versante innovativo riguarda invece il sotterraneo, “una logica fino a poco tempo fa lontana dai cavatori di Carrara (salvo alcune eccezioni), molto più familiare ai minatori delle Alpi. Il marmo per tradizione si è sempre scavato a cielo aperto, mentre oggi, proprio per un discorso di tutela del paesaggio, delle creste montane e del territorio, oltre la metà delle cave di Carrara operano in sotterraneo e con ottimi risultati. Risultati che ovviamente non possono prescindere dalla presenza di buoni tecnici, di buoni macchinari e di buoni studi di stabilità.”

La formazione, la sicurezza e l’attività 100% artigianale

Non solo ambiente, però. L’attenzione alla sostenibilità di Franchi Umberto Marmi riguarda anche gli altri temi ESG. “Parliamo di un’azienda familiare, italiana al 100%, radicata nel territorio, il nostro personale cresce nelle cave e nelle segherie. Proprio sul personale, abbiamo intrapreso una grande campagna di condivisione e consapevolezza degli obiettivi di sostenibilità, rivolta soprattutto ai giovani assunti, che molto spesso non conoscono i temi provenendo da altri settori”.

“Attraverso la FUM Academy, un progetto interno alla Franchi Umberto Marmi dedicata alla formazione ed informazione delle scuole sul territorio e non solo, abbiamo voluto dare consapevolezza di che cosa sia la filiera del marmo, a partire dall’estrazione fino ad arrivare al prodotto finito”.

“La dimensione umana è una garanzia di solidità nella gestione operativa quotidiana. La qualità del lavoro in cava, soprattutto in questo frangente storico a Carrara, in una rete sempre più fitta di norme sulla sicurezza e certificazioni a garanzia del territorio, permette di dare una continuità lavorativa all’azienda. La cava è da sempre un’attività artigianale al 100%, lontana dalle logiche industriali, caratterizzata dalla presenza di poche persone ad altissima specializzazione che portano avanti un mestiere alzando sempre più la qualità delle proprie prestazioni; così assicuriamo la tradizione storica del marmo di Carrara.”

La generazione di un valore condiviso per tutti gli stakeholders

Specializzazione non solo per quanto riguarda il personale, ma anche nel prodotto finito. “La generazione di prodotti partendo dagli scarti per arrivare addirittura a materiali di lusso è un tema che merita, secondo noi, l’attenzione degli investitori. Il mondo va verso la sostenibilità e questo Franchi Umberto Marmi l’ha saputo cogliere in pieno, anzi si è mossa in anticipo”, conclude l’ingegnere.

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