Mercati asiatici – Contrastati con la debolezza di Cina e Hong Kong

Seduta contrastata per i principali listini asiatici dopo la chiusura positiva di ieri a Wall Street.

In Cina, Shanghai cede lo 0,2% e Shenzhen lo 0,5%, deboli come Hong Kong (-0,4%). Bene invece il Giappone con Nikkei +0,9% e Topix +0,6%.

Oltreoceano, il Dow Jones ha segnato un rialzo dello 0,3%, il Nasdaq dello 0,2% e lo S&P500 dello 0,1%.

Gli investitori restano intenti a monitorare la situazione economica cinese e le mosse delle banche centrali.

I dati del Paese asiatico hanno evidenziato il maggior calo mensile dell’ultimo anno di vendite di nuove case a luglio, crollate del 33,1% in valore, sottolineando come le autorità statali debbano ancora affrontare l’instabilità della domanda immobiliare e la crisi di liquidità nel settore.

A ciò si aggiunge il dato PMI manifatturiero sceso a luglio a 49,2 punti dai 50,5 punti di giugno deludendo inoltre le attese degli analisti che stimano un valore di 50,1 punti.

Resta nel contempo l’attenzione sulle decisioni di politica monetaria con la banca centrale australiana che ha intanto mantenuto invariati i tassi di interesse mentre gli economisti prevedevano un aumento da 25 punti base.

In Giappone, la Bank of Japan ha acquistato obbligazioni per ancorare i tassi dopo la recente modifica alla sua politica di controllo della curva dei rendimenti.

Infine, negli Stati Uniti, gli ultimi dati incoraggianti sull’inflazione hanno rafforzato l’ottimismo per un soft landing dell’economia americana, ossia la risoluzione della questione inflazione senza che la politica monetaria aggressiva della Fed conduca a una recessione, mentre la banca centrale si avvicina alla fine del suo ciclo di inasprimento monetario.

Nel frattempo, il presidente della Fed Bank di Chicago, Austan Goolsbee, pur affermando che i dati che mostrano un rallentamento dell’inflazione sono “una notizia favolosa”, non ha ancora deciso se sostenere la sospensione degli aumenti dei tassi alla prossima riunione del Fomc.

Sul forex, l’euro/dollaro oscilla in area 1,1 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a 142,7 . Tra le materie prime, petrolio in frazionale ribasso con il Brent (-0,3%) a 85,2 dollari e il Wti (-0,3%) a 81,6 dollari al barile.