Previsto avvio contrastato per le borse europee dopo le decisioni delle principali banche centrali della settimana scorsa e con lo sguardo che resta sui dati macro e sulle trimestrali.
Ieri gli indici di Wall Street hanno chiuso la seduta in leggero rialzo, con il Dow Jones che ha guadagnato lo 0,3%, seguito dal Nasdaq (+0,2%) e dallo S&P500 (+0,1%).
Sui mercati asiatici, Tokyo ha terminato con un +0,8%, mentre Hong Kong prosegue sul -0,4% e Shanghai procede a -0,1%.
Ieri l’Eba, l’Autorità Bancaria Europea, ha annunciato i risultati dell’ultimo stress test effettuato sugli istituti di credito d’Europa.
Se le banche italiane, tanto richiamate negli scorsi anni per il volume degli NPL detenuti in portafoglio, hanno ottenuto ottimi risultati, le banche tedesche, francesi e irlandesi hanno portato alla luce diversi elementi di fragilità.
Infatti, negli ultimi posti della classifica stilata dall’istituto di vigilanza europeo compaiono tre banche con sede legale in Germania: il gruppo cooperativo DZ Bank (che ha riportato un coefficiente CET1 al 7% nello scenario avverso 2025 dello stress test), la Norddeutsche Landesbank (7,6%) e la Landesbank Hessen Thüringen (7,7%). Peggio sono andati la francese Banque Postale (che vedrebbe addirittura azzerato il CET1 nello scenario avverso) e Barclays Bank Ireland (scesa nel test al 6,8%).
Si ricorda che il CET1 richiesto da Basilea 3 e quindi dalla normativa europea richiede un minimo dell’8%.
Sempre restando in Europa, le aspettative degli investitori su un possibile rialzo dei tassi a settembre da parte della BCE si sono fatte leggermente più forti dopo che ieri l’inflazione core dell’Eurozona di luglio, ovvero al netto dei prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, non ha dato segni di cedimento, restando invariata al 5,5% del mese precedente.
Oltreoceano, sono intanto arrivate dichiarazioni divergenti dal presidente della Federal Reserve Bank di Minneapolis, Neel Kashkari, che in un’intervista alla CBS ha definito le prospettive sull’inflazione e l’economia statunitense “piuttosto positive”, aggiungendo tuttavia che “c’è ancora tanta strada da fare”, lasciando così libere le possibilità di ulteriori rialzi dei tassi.
Anche oggi, l’agenda macro è molto ricca, con la pubblicazione dei dati sul Pmi Manifatturiero di Italia, Germania, Francia, Eurozona, Regno Unito e Stati Uniti.
Nel frattempo è emerso che a luglio l’indice Pmi manifatturiero della Cina stilato da Caixin si è attestato a 49,2 punti, in peggioramento rispetto a giugno (50,5 punti) e al di sotto delle attese (50,1 punti).
Sempre a luglio, ma in Giappone, il dato finale del PMI manifatturiero della Jibun Bank si è attestato a 49,6 punti, in leggero miglioramento rispetto ai 49,4 punti di giugno.
Infine, secondo quanto comunicato dal ministero degli Affari interni e Comunicazione nipponico, nel mese di giugno il tasso di disoccupazione in Giappone si è attestato al 2,5%, in calo rispetto al mese precedente e al di sotto delle attese degli analisti (entrambi al 2,6%).
Il rapporto tra impiegati e candidati si è fissato a 1,30 punti, dato lievemente inferiore rispetto al consensus (1,32 punti) e ai numeri di giugno (1,31 punti).
Tornando a Piazza Affari, attesi in giornata i conti di Banca Mediolanum e Fineco. Nexi ha intanto diffuso i risultati finanziari consolidati al 30 giugno 2023.