Mercati – Eurolistini in rosso, a Milano (-2,3%) pesano ancora le banche

Prosegue negativa la seduta delle borse europee, mentre gli indici di Wall Street scambiano al ribasso, con gli investitori che restano intenti a monitorare le news sulla nuova tassa sugli extra profitti delle banche, le mosse delle banche centrali e l’agenda macroeconomica.

A Milano, il Ftse Mib perde il 2,3% a 27.887 punti, in rosso come il Dax di Francoforte (-1,2%), il Cac 40 di Parigi (-0,9%), l’Ibex35 di Madrid (-0,9%) e il Ftse 100 di Londra (-0,5%).

Oltreoceano, il Nasdaq cede l’1,1%, seguito dal Dow Jones e dallo S&P500 (entrambi a -0,8%).

Intanto, sembra ci siano novità sul decreto varato ieri sera dal Consiglio dei Ministri e riguardante l’imposta straordinaria del 40% sugli extra-profitti degli istituti di credito.

Secondo una nuova versione circolata nel primo pomeriggio, infatti, l’aliquota sarà applicata al differenziale tra il margine di interesse 2022 e il margine di interesse 2021, eccedente per almeno il 5% (non più il 3%) il margine di interesse 2021; e sul differenziale tra il margine di interesse 2023 e il margine di interesse 2021, eccedente per almeno il 10% (non più il 6%) il margine di interesse 2021.

Quindi, i limiti che fanno scattare il prelievo fiscale, non sono più fissati al 3% e al 6%, bensì al 5% e al 10%. Dunque buone notizie per le banche italiane che vedono ridursi, anche se di poco, la base di imponibile.

In ogni caso, l’imposta straordinaria non potrà essere superiore a una quota pari al 25% del valore del patrimonio netto alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023.

Infine, il pagamento dovrà avvenire “entro il sesto mese successivo a quello di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024”.

Anche sull’altra sponda dell’Atlantico il sistema bancario rimane sorvegliato speciale da parte degli investitori. Infatti, l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato il giudizio su 10 istituti di credito statunitensi e ne ha sottoposti a potenziali downgrade altri 24, tra cui istituzioni del calibro di BNY Mellon e State Street. All’apertura delle negoziazioni, le vendite stanno colpendo anche le banche più solide, come Bank Of America (-3,3%), Citigroup (-3,2%), JP Morgan (-2%).

In una nota, Moody’s ha dichiarato che il ciclo di politica monetaria restrittiva avviato dalla Fed per combattere l’inflazione “continuerà ad impattare sul sistema bancario americano e sulla sua capacità di raccolta dei fondi”.

Dal lato macro, sempre negli Usa, a giugno la bilancia commerciale ha registrato un deficit di 65,5 miliardi di dollari, rispetto al disavanzo di 65 miliardi del consensus e di 68,3 miliardi (rivisto da -69 miliardi) di maggio.

Sul forex, intanto, l’euro/dollaro scende a quota 1,0951, mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen sale in area 143,14. Tra le materie prime, le quotazioni del petrolio sono ancora in calo, con il Brent (-1,2%) a 84,20 dollari e il Wti (-1,3%) a 80,88 dollari al barile.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale in zona 169 punti, con il rendimento del decennale italiano al 4,118%.

Tornando a Piazza Affari, bene Hera (+1,9%), a2a (+1,8%) e Telecom (+1,8%), mentre crollano Bper (-10,2%), Bpm (-9%) e MPS (-9%) a seguito dall’annuncio del prelievo straordinario sugli extra-profitti.