Mercati – Eurolistini in peggioramento dopo il PPI americano, Piazza Affari perde l’1%

Borse europee in peggioramento nel pomeriggio, mentre i principali indici di Wall Street scambiano al ribasso, con gli investitori intenti a monitorare i segnali macro, a seguito della pubblicazione dei prezzi alla produzione Usa, e le mosse delle banche centrali.

A Milano, il Ftse Mib perde l’1% a 28.276 punti, in rosso come Ftse 100 di Londra (-1,3%), il Cac 40 di Parigi (-1,3%), il Dax di Francoforte (-1%) e l’Ibex35 di Madrid (-0,7%).

Oltreoceano, il Nasdaq cede lo 0,8%, seguito dallo S&P500 (-0,4%) e dal Dow Jones (-0,1%).

A luglio l’indice grezzo dei prezzi alla produzione ha evidenziato su base mensile un aumento dello 0,3%, al di sopra delle attese degli analisti (+0,2%), e dopo lo 0,0% di giugno (rivisto da +0,1%). Su base annua, lo stesso indice si è attestato allo 0,8%, ancora sopra le stime degli economisti (+0,7%) e dopo il +0,2% del mese precedente (rivisto da +0,1%).

Il dato, esclusi energetici e alimentari, è in crescita dello 0,3%, sopra il consensus (+0,2%) e al mese precedente (-0,1%, rivisto da +0,1%). Anno su anno, l’indicatore core ha segnato un incremento del 2,4%, superando le stime degli analisti (+2,3%), ma restando in linea con il dato di giugno (+2,4%).

Ora gli operatori si sentono meno fiduciosi sul fatto che la Fed possa mantenere i tassi di riferimento invariati rispetto al luglio scorso, in un range compreso tra il 5,25% e il 5,5%.

Oltretutto, l’incremento dell’indice macroeconomico si aggiunge alle parole hawkish pronunciate ieri dalla presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, la quale ha dichiarato, poco dopo l’uscita del CPI di luglio, che l’istituto monetario “ha ancora tanto lavoro da fare” per contrastare l’aumento dei prezzi.

Sempre sul fronte macro odierno, nel frattempo, è emerso un dato preliminare dell’indice dell’Università del Michigan sulla fiducia dei consumatori per agosto a 71,2 punti, in linea al consensus ma inferiore al dato finale di luglio (71,6 punti).

Spostandoci nel Vecchio Continente, in Italia, l’Istat ha stimato che il saldo commerciale a giugno 2023 è pari a +7.718 milioni di euro (era -2.512 milioni a giugno 2022).

In particolare, deficit energetico (-3.888 milioni) è in forte riduzione rispetto all’anno precedente (-9.335 milioni), mentre l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici aumenta dai 6.823 milioni di giugno 2022 agli 11.606 milioni di giugno 2023.

Pertanto, nei primi sei mesi dell’anno, il saldo commerciale italiano è positivo per 18,3 miliardi (era -15,0 miliardi nello stesso periodo del 2022).

Sul forex, intanto, l’euro/dollaro rimane a quota 1,0978 e il cambio tra il biglietto verde e lo yen è fermo in area 144,7. Tra le materie prime, il petrolio ha cambiato direzione virando in positivo, con il Brent (+0,3%) a 86,67 dollari e il Wti (+0,3%) a 83,03 dollari al barile.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund continua in zona 164 punti, con il rendimento del decennale italiano in aumento al 4,241%.

Tornando a Piazza Affari, accelera Saipem (+5,4%), seguita da MPS (+2,6%) e Bper (+2,2%). Male, invece, Diasorin (-3,5%), Stellantis (-3,3%) e Iveco (-2,4%).