Mercati asiatici – Vendite diffuse, pesa in particolare Hong Kong (-2,3%)

Vendite diffuse sui principali listini asiatici, dopo la chiusura incerta venerdì scorso a Wall Street.

In Cina, Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,7% e lo 0,8%, fa peggio Hong Kong che lascia sul terreno il 2,3%. Giù anche il Giappone con Nikkei a -1,2% e Topix a -0,9%.

Oltreoceano, venerdì scorso il Nasdaq ha chiuso in calo di mezzo punto percentuale, appesantito dai grandi titoli tecnologici a larga capitalizzazione, lo S&P500 ha ceduto lo 0,1% mentre il Dow Jones ha guadagnato lo 0,3%

Sul sentiment pesa la tensione tra Cina e Taiwan dopo che Pechino ha condannato la visita negli Usa del vice presidente di Taiwan, William Lai.

A ciò si uniscono le incertezze sul settore immobiliare cinese dopo che il gruppo Country Garden Holdings ha dichiarato di aspettarsi una perdita multimiliardaria per il primo semestre di quest’anno. Lo sviluppatore immobiliare inoltre rischia di unirsi a una serie di soggetti insolventi se non riuscirà a effettuare i pagamenti delle cedole su alcune obbligazioni in dollari entro un periodo di grazia di 30 giorni.

Sul fronte macro, i dati diffusi venerdì scorso sui prezzi alla produzione Usa, risultati in aumento oltre le attese, tornano a rafforzare l’aspettativa che la Federal Reserve manterrà una politica più restrittiva e per un periodo di tempo più esteso, dopo che i dati sull’inflazione statunitense diffusi giovedì scorso avevano alimentato le speranze di un pausa nei rialzi per la riunione di settembre.

In particolare, a luglio l’indice grezzo dei prezzi alla produzione (PPI) ha evidenziato su base mensile un aumento dello 0,3%, al di sopra delle attese (+0,2%), e dopo il 0,0% di giugno (rivisto da +0,1%). Su base annua, il PPI si è attestato al +0,8%, ancora sopra le stime (+0,7%) e dopo il +0,2% del mese precedente (rivisto da +0,1%).

L’indice, esclusi energetici e alimentari, è in crescita dello 0,3%, sopra il consensus (+0,2%) e al mese precedente (-0,1%, rivisto da +0,1%). Anno su anno, l’indicatore core ha segnato un incremento del 2,4%, superando le stime degli analisti (+2,3%), ma restando in linea con il dato di giugno.

Sul forex, l’euro/dollaro scende a quota 1,093 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 144,8. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-1,2%) a 85,8 dollari e il Wti (-1,3%) a 82,2 dollari al barile.