MERCATI USA – Marginale segno positivo nell’ultima seduta

Wall Street nasconde con il risultato in verde di venerdì scorso l’esito di una settimana non completa (lunedì è stata chiusa per la festività del “labour day”) e terminata con una performance negativa realizzata su tutti e quattro gli indici principali.

Il modesto colpo di reni dell’ultima seduta si è oltretutto affievolito nel finale della giornata con il Nasdaq che è avanzato di un solo decimo di punto percentuale, il Dow Jones del doppio e lo S&P500 che si è infilato in mezzo (+0,15%). In calo invece il Russell 2000 (-0,2%).

Per la settimana entrante il mercato azionario domestico confida nell’uscita di un dato sull’inflazione del mese di agosto accomodante in grado di aiutare lo S&P500 a recuperare parte del calo dai massimi di metà estate, pari al cinque per cento.

VIX in calo del quattro per cento a quota 13,85 punti.

Sul mercato obbligazionario si registra una lieve ascesa del rendimento del Tbond che guadagna un punto base risalendo fino al 4,26%.

Tra le materie prime, il petrolio torna a salire recuperando mezzo punto percentuale per chiudere al di sopra degli 87 dollari al barile.

Giornata ancora incolore per i due principali metalli preziosi – oro ed argento – che faticano a trovare spazio di recupero appesantito dalla risalita dei rendimenti obbligazionari e dalla forza del biglietto verde.

L’oro chiude comunque invariato e l’argento con una marginale discesa (-0,2%), mentre palladio e platino arretrano di oltre l’uno per cento con il secondo metallo prezioso che scivola al di sotto dei 900 dollari l’oncia.

Sul mercato valutario il dollaro chiude invariato a quota 1,07 nei confronti della moneta unica, dopo aver tentato invano un ulteriore allungo. In affanno ancora lo yen giapponese che scivola vicino ai 148 ed il rublo a 98, entrambi rispetto alla divisa americana.