MERCATI USA – Ancora sotto pressione

Ultima giornata della precedente ottava complicata per Wall Street con i quattro indici principali che terminano in calo e poco lontani dai minimi intraday.

Ad appesantire la situazione, con una discesa di quasi tutti i listini principali di oltre il punto percentuale, è stato il mix di dollaro, petrolio e tassi di interesse tutti in rialzo e non graditi dal mercato.

In aggiunta ci sono anche stati fattori interni che indeboliscono lo scenario, quali lo sciopero in atto da metà settimana dei lavoratori del settore automobilistico e la prossima riunione della Federal Reserve a metà della prossima settimana dall’esito ancora incerto.

Il bilancio di venerdì si è chiuso con il Nasdaq in calo dell’1,6%, lo S&P500 del 1,2%, il Russell dell’1% ed il Dow Jones dello 0,8%.

Titoli tecnologici a picco con cali superiori ai due/tre punti percentuali. Nello specifico: AMD (-4,8%), Adobe (-4,2%), Nvidia e Meta (-3,7%), Amazon (-3%) e Microsoft (-2,5%).

VIX in rialzo di un intero punto – pari del sette per cento – a quota 13,8.

Sul mercato obbligazionario i rendimenti del Tbond salgono di altri cinque punti base al 4,34%.

Tra le materie prime, la corsa del petrolio non trova ostacoli salendo al di sopra anche dei 91 dollari il barile, nuovo massimo dallo scorso novembre.

Giornata finalmente di rimbalzo anche per i due principali metalli preziosi. L’oro avanza di oltre mezzo punto percentuale, mentre il progresso dell’argento sfiora il punto e mezzo, ma ritraccia rispetto ai massimi intraday.

Sul mercato valutario il dollaro resiste ad ogni tentativo di indebolimento e resta invariato a 1,066 nei confronti della moneta unica, mentre avanza ulteriormente nei confronti dello yen sfiorando quota 148.