Mercati – Europa accelera al ribasso a metà seduta con Piazza Affari a -1,3%

Le borse europee accelerano al ribasso a metà seduta, mentre i future di Wall Street viaggiano sotto la parità, all’indomani della Fed e con lo sguardo oggi sulla Bank of England.

A Milano, il Ftse Mib cede l’1,3% a 28.848 punti, debole come il Cac 40 di Parigi (-1,3%), l’Ibex35 di Madrid (-1,1%), il Dax di Francoforte (-1%) e il Ftse 100 di Londra (-0,6%).

C’è attesa per le decisioni che prenderà oggi la Banca d’Inghilterra. A seguito di quanto emerso ieri con un’inflazione nel Regno Unito che ha rallentato inaspettatamente, gli operatori hanno ridotto le aspettative su ulteriori misure di inasprimento da parte della banca centrale britannica, con il mercato che sconta ora una probabilità del 50% per un aumento dei tassi da 25 punti base e si rafforzano le aspettative che l’istituto si stia avvicinando alla fine del suo ciclo di strette monetarie.

Domani l’attenzione si sposterà sulla riunione della Bank of Japan, con i mercati in attesa di nuovi segnali su un possibile prossimo cambio di direzione nella politica monetaria da parte dell’istituto nipponico.

Intanto ieri la Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi di interesse, come già avvenuto a luglio, al range tra il 5,25 e il 5,5%, ai massimi da 22 anni, ma potrebbe optare a novembre per un ulteriore rialzo per poi dare il via a una progressiva discesa del costo del denaro nel 2024.

Il presidente Powell ha affermato che la banca centrale americana è pronta ad alzare ancora i tassi se appropriato e che intende mantenere un livello restrittivo fino a quando l’istituto si sentirà fiducioso.

La Fed prevede che il costo del denaro sarà al 5,6% alla fine di quest’anno, al 5,1% il prossimo anno e al 3,9% nel 2025, implicando pertanto soltanto due tagli nel 2024 rispetto ai quattro tagli previsti a giugno.

Sul fronte delle stime, la Fed prevede una crescita “solida” dell’economia Usa, con un Pil, “sopra le attese”, al +2,1% per quest’anno (più del doppio del +1% previsto a giugno) e all’1,5% per il 2024, mentre conferma il +1,8% per il 2025.

La disoccupazione resterà al 3,8% quest’anno, per poi aumentare al 4,1% nel 2024 e l’anno successivo. L’inflazione è attesa tornare all’obiettivo del 2% soltanto nel 2026, mentre alla fine di quest’anno è indicata ancora al 3,3%. Tuttavia l’inflazione core, che esclude i prezzi volatili di energia e beni alimentari, è rivista al 3,7% nel quarto trimestre rispetto al 3,9% previsto a giugno.

Sul fronte macro, è intanto emerso che in Francia, a settembre, l’indice relativo al sentiment dell’industria manifatturiera si è fissato a 99 punti, in miglioramento contro le attese (95 punti rispetto al ai 97 punti di agosto (rivisto da 96 punti).

Nel pomeriggio, focus negli Usa su richieste settimanali sussidi disoccupazione, fiducia commerciale Fed Philadelphia di settembre e Leading index di agosto, e nell’Eurozona sulla fiducia consumatori di settembre preliminare.

Sul forex, l’euro/dollaro si mantiene in area 1,065 e il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 148,1. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-1%) a 92,6 dollari e il Wti (-1%) a 88,8 dollari al barile.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale di circa un punto base in area 177 punti, con il rendimento del decennale italiano al 4,51%.

Tornando a Piazza Affari, accelera Unicredit (+2,5%), seguita da Banca Bpm (+1,6%) e MPS (+1,3%), mentre arretrano soprattutto Saipem (-4,3%), Tenaris e Diasorin (-3,4%) e Recordati (-3,3%).