Prevista partenza negativa per le principali borse europee all’indomani della Fed.
Chiusura ieri sottotono per Wall Street con il Nasdaq che ha ceduto l’1,5%, lo S&P500 lo 0,9% e il Dow Jones lo 0,2%.
Sui mercati asiatici, Tokyo ha terminato in calo dell’1,2%, Shanghai viaggia a -0,7% e Hong Kong a -1,4%.
La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi di interesse, come già avvenuto a luglio, al range tra il 5,25 e il 5,5%, ai massimi da 22 anni, ma potrebbe optare a novembre per un ulteriore rialzo per poi dare il via a una progressiva discesa del costo del denaro nel 2024.
Il presidente Powell ha affermato che la banca centrale americana è pronta ad alzare ancora i tassi se fosse appropriato e che intende mantenere un livello restrittivo fino a quando l’istituto si sentirà fiducioso.
La Fed prevede che il costo del denaro sarà al 5,6% alla fine di quest’anno, al 5,1% il prossimo anno e al 3,9% nel 2025, implicando pertanto soltanto due tagli nel 2024 rispetto ai quattro tagli previsti a giugno.
Sul fronte delle stime, la Fed prevede una crescita “solida” dell’economia Usa, con un Pil, “sopra le attese”, al +2,1% per quest’anno (più del doppio del +1% previsto a giugno) e all’1,5% per il 2024, mentre conferma il +1,8% per il 2025.
La disoccupazione resterà al 3,8% quest’anno, per poi aumentare al 4,1% nel 2024 e l’anno successivo. L’inflazione è attesa tornare all’obiettivo del 2% soltanto nel 2026, mentre alla fine di quest’anno è indicata ancora al 3,3%. Tuttavia l’inflazione core, che esclude i prezzi volatili di energia e beni alimentari, è rivista al 3,7% nel quarto trimestre rispetto al 3,9% previsto a giugno.
Oggi sarà invece della turno della Bank of England. A seguito di quanto emerso ieri con un’inflazione nel Regno Unito che ha rallentato inaspettatamente, gli operatori hanno ridotto le aspettative su ulteriori misure di inasprimento da parte della banca centrale britannica, con il mercato che sconta ora una probabilità del 50% di un aumento dei tassi da 25 punti base e si rafforzano le aspettative che l’istituto si stia avvicinando alla fine del suo ciclo di strette monetarie.
Infine, domani l’attenzione si focalizzerà sulla riunione della Bank of Japan, con i mercati in attesa di nuovi segnali su un possibile prossimo cambio di direzione nella politica monetaria da parte dell’istituto nipponico.
Sul fronte macro, occhi in Francia sulla fiducia manifatturiera di settembre, negli Usa su richieste settimanali sussidi disoccupazione, fiducia commerciale Fed Philadelphia, settembre e Leading index di agosto, nell’Eurozona sulla fiducia consumatori di settembre preliminare.
Tornando a Piazza Affari, da monitorare Mediobanca, il cui Cda candida 15 consiglieri (solo 12 saranno eletti), con nuovo mandato per il Ceo Alberto Nagel e il presidente Renato Pagliaro. Inoltre ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio e il bilancio consolidato al 30 giugno 2023 che coincidono con quanto reso pubblico lo scorso 27 luglio.