Mercati asiatici – Prevalgono gli acquisti, Bank of Japan conferma politica ultra accomodante

Seduta perlopiù positiva per le principali borse asiatiche nonostante la chiusura negativa di Wall Street.

In Cina, Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,9 e l’1,1%, bene come Hong Kong (+0,9%). Cauto il Giappone con Nikkei a -0,2% e Topix a +0,1%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato in calo dell’1,8%, lo S&P500 dell’1,6% e il Dow Jones dell’1,1%.

Occhi sulla Bank of Japan che ha confermato la sua politica monetaria ultra espansiva, in linea con le attese, mantenendo invariati i tassi d’interesse a breve a -0,1% e la curva di controllo dei rendimenti.

Nonostante la banca centrale giapponese abbia ribadito l’aspettativa che l’inflazione sta rallentando, tra gli investitori restano le incertezze ulteriormente alimentate da un indice dei prezzi al consumo giapponese nazionale di agosto in rialzo oltre le attese del 3,2% a/a (stima +3%) seppur in leggero calo rispetto al precedente +3,3%.

Nel frattempo gli operatori stanno ancora metabolizzando quanto emerso mercoledì sera dalla Fed, che ha confermato il costo del denaro, come già avvenuto a luglio, al range tra il 5,25 e il 5,5%, ai massimi da 22 anni, e dalle parole del presidente Powell che ha affermato che la banca centrale americana è pronta ad alzare ancora i tassi se appropriato.

Una aspettativa “hawkish” ulteriormente rafforzata dagli ultimi dato macro Usa che hanno confermato la solidità del mercato del lavoro a stelle e strisce con richieste settimanali di disoccupazione scese più delle attese a 201mila unità, ai minimi da gennaio.

Sul forex, intanto, l’euro/dollaro ridiscende in area 1,065 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a quota 148,2. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,4%) a 93,7 dollari e il Wti (+0,6%) a 90,2 dollari al barile.