Pomeriggio poco mosso per i tassi europei decennali mentre cala il rendimento dell’omologo Usa.
I principali listini continentali proseguono perlopiù sotto la parità con il Ftse Mib che cede lo 0,2%.
Gli investitori restano intenti a soppesare gli ultimi dati macroeconomici e i segnali provenienti dalle banche centrali nel tentativo di prevedere le prossime mosse di politica monetaria.
Sullo sfondo resta comunque l’aspettativa che gli istituti manterranno i tassi di interesse elevati per contrastare l’inflazione. Ipotesi rafforzata dalle recenti parole del presidente della Fed, Powell, secondo cui la banca centrale americana è pronta ad alzare ancora il costo del denaro se appropriato, e dagli ultimi dato macro Usa che hanno confermato la solidità del mercato del lavoro a stelle e strisce e quindi la tenuta dell’economia americana alle strette monetarie.
Nel frattempo, è emerso che negli Stati Uniti, a settembre, la lettura preliminare dell’indice Pmi Manifatturiero, condotta da S&P Global, si è attestata a 48,9 punti, superiore al consensus (48,2 punti) e alla rilevazione finale di agosto (47,9 punti). L’indice relativo ai servizi è sceso a 50,2 dai 50,5 punti del mese precedente. Gli analisti si attendevano un valore di 50,7 punti. Infine, l’indice composito si è attestato a 50,1 punti (consensus 50,4 punti) dopo i 50,2 punti di agosto.
Tornando all’obbligazionario, il rendimento del Btp è intanto poco mosso al 4,57% (+1 bp), con uno spread a 183 punti, mentre il tasso del T-Bond scende di 4 bp al 4,44%.