Nel primo semestre 2023 i ricavi di vendita di Energy ammontano a 39,3 milioni, in diminuzione del 26,3% rispetto a 53,3 milioni del primo semestre 2022.
Dinamica causata dal blocco delle installazioni fotovoltaiche nei mesi di marzo e aprile 2023, causato dalla crisi degli installatori e innescata a sua volta dal blocco del meccanismo di cessione dei crediti. I volumi di vendita hanno avuto una parziale ripresa a partire dal mese di maggio, dopo lo sblocco formale della cessione con un andamento nei mesi successivi erratico, che dovrebbe portare ad una normalizzazione nei prossimi mesi. Come ulteriore conseguenza della crisi di liquidità si è assistito alla progressiva riduzione della visibilità sugli ordinativi, che si è ridotta a qualche settimana.
L’EBITDA si attesta a 8,5 milioni, in calo del 42,6% rispetto a 14,8 milioni del 1H22, con il relativo margine in linea con le attese e pari a 21,8% (27,7% primo semestre 2022).
L’utile netto raggiunge 5,5 milioni, pari al 13,9% dei ricavi, in diminuzione del 48,6% rispetto allo stesso periodo del 2022 in cui era di 10,7 milioni, pari al 20% dei ricavi.
L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2023 cifra in 4,6 milioni, in diminuzione rispetto a 8,2 milioni di fine 2022 per effetto della generazione di cassa operativa e dell’incasso dei crediti commerciali derivanti dall’esercizio 2022, che ha più che compensato il pagamento dei debiti verso fornitori.
Il backlog a fine giugno 2023 risulta di 6,6 milioni, in calo rispetto al 31 dicembre 2022 (26 milioni), il quale però risentiva di un elevato volume di ordini ancora inevasi per scarsità di materiale. Il backlog a fine giugno rappresenta la visibilità ridotta a qualche settimana, che il mercato esprime a partire da marzo a seguito della crisi di liquidità creata dal blocco della cessione dei crediti.
Alla luce dell’attuale quadro economico e regolamentare Energy prevede che il secondo semestre dell’anno veda una ulteriore spinta verso l’export, verso nuovi clienti del segmento industriale, agrivoltaico e grandi edifici. Il settore residenziale nazionale invece, aggiunge la società, potrebbe essere ancora influenzato dalla crisi di liquidità dovuta ai crediti fiscali incagliati o non monetizzati.
Il management ritiene che, stante il quadro di attuale incertezza, i target per il 2023 non siano totalmente raggiungibili, mentre rimane confidente sul raggiungimento degli obiettivi di medio periodo per gli anni a venire pur in un arco temporale maggiore rispetto a quanto dichiarato in fase di IPO.
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