Mercati asiatici – Vendite diffuse con Nikkei -2,1%

Vendite diffuse sui principali listini asiatici con la Cina ancora chiusa per festività e Wall Street in rosso.

In Giappone il Nikkei cede il 2,1% e il Topix il 2,2%, mentre Hong Kong lascia sul terreno l’1,1%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato in ribasso dell’1,9%, lo S&P500 dell’1,4% e il Dow Jones dell’1,3%.

Sul sentiment continuano a pesare le preoccupazioni legate al potenziale impatto nel lungo termine delle politiche restrittive delle banche centrali.

Preoccupazioni alimentate dalle ultime dichiarazioni hawkish provenienti dalla Federal Reserve.

Il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha infatti affermato che la banca centrale dovrà mantenere i tassi elevati “per un lungo periodo”, prevendo un unico taglio unico al costo del denaro verso la fine del 2024.

Parole che hanno fatto eco ai commenti di altri funzionari della Fed. Tra questi, la numero dell’istituto di Cleveland Loretta Mester secondo cui sarà probabilmente necessario un ulteriore aumento dei tassi, e il governatore Michelle Bowman che ha sollecitato ulteriori rialzi.

Maggiori indicazioni sono attese dagli appuntamenti macro dei prossimi giorni che culmineranno venerdì con il job report statunitense.

Sempre in tema politica monetaria e valutaria, la banca centrale neozelandese ha intanto mantenuto i tassi di interesse invariati e parlato di prospettive di crescita modeste.

La banca centrale di Taiwan interverrà per moderare i movimenti valutari se necessario mentre la Banca d’Indonesia sta acquistando obbligazioni sul mercato per aiutare a stabilizzare la rupia.

Inoltre, il principale funzionario valutario del Giappone, Masato Kanda, ha rifiutato di commentare se qualche intervento sia stato condotto ieri quando lo yen si è improvvisamente rafforzato dal livello più debole dell’anno.

Nel frattempo, sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,047 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a 149,2. Tra le materie prime, petrolio in frazionale ribasso con il Brent (-0,2%) a 90,7 dollari e il Wti (-0,2%) a 89 dollari al barile.