Le principali borse europee scambiano perlopiù sottotono a metà seduta, mentre i future di Wall Street viaggiano sotto la parità, in un clima appesantito dal conflitto in Israele.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,2% a 27.768 punti, negativo come l’Ibex35 di Madrid (-0,4%), il Dax di Francoforte (-0,4%) e il Cac 40 di Parigi (-0,2%). Resiste invece il Ftse 100 di Londra (+0,3%).
Sul sentiment pesano i timori legati al conflitto in Israele scoppiato nel fine settimana dopo l’attacco a sorpresa di Hamas.
Gli investitori sono infatti preoccupati per le conseguenze non solo dal punto di vista umano ma anche economico a causa di un possibile impatto sull’offerta di petrolio.
Tutto ciò si rifletterebbe su un aumento dei prezzi del greggio che alimenterebbe a sua volta le già elevate pressioni inflazionistiche globali con gli investitori ancora intenti a valutare le probabilità di un altro aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve per quest’anno.
Metabolizzato il job report, superiore alle attese e il migliore dal settembre 2022, gli investitori guardano con attenzione ai segnali che dovrebbero emergere dai prossimi dato macro e dall’avvio della stagione delle trimestrali statunitensi.
Nel frattempo, la Germania ha rilevato ad agosto un calo della produzione industriale dello 0,2% m/m, rispetto al -0,6% di luglio (rivisto da -0,8%) e al -0,1% del consensus. Su base annua, il dato, corretto dagli effetti di calendario, ha registrato una contrazione del 2,0%, a fronte del -1,7% di luglio (rivisto da -2,1%) e del -1,5% delle attese.
Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende in area 1,053 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 149,1. Tra le materie prime, corre il petrolio con il Brent (+2,8%) a 86,9 dollari e il Wti (+3,1%) a 85,4 dollari al barile.
Tornando a Piazza Affari, toniche Leonardo (+5,7%), Eni (+2,1%), Tenaris (+1,9%)q e Terna (+1,2%), mentre arretrano Bper e TIM (-2,1%), Moncler e Mps (-2%).