Avvio debole a Wall Street, in un clima condizionato dal conflitto in Israele.
Nel dettaglio, dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq cede lo 0,8%, lo S&P 500 lo 0,3%, il Dow Jones lo 0,1%.
Lo scoppio del conflitto in Israele dopo l’attacco a sorpresa di Hamas ha alimentato l’avversione al rischio degli investitori e la fuga in beni rifugio quali l’oro, il dollaro e obbligazioni.
In rialzo anche le quotazioni del greggio (Brent +3,2% a 87,3 dollari e Wti +3,5% a 85,6 dollari), visti i timori che il conflitto possa estendersi ad altri paesi del Medio Oriente, tra cui il Libano e l’Iran.
Quest’ultimo, di cui si discute in queste ore il possibile coinvolgimento nell’attacco di Hamas a Israele, è uno dei principali produttori mondiali di petrolio e ogni potenziale ritorsione nei confronti di Teheran potrebbe avere ripercussioni sull’offerta globale della materia prima.
Sul fronte macro, intanto, lo sguardo è già rivolto ai dati sui prezzi al consumo USA di settembre, in uscita giovedì, con gli osservatori intenti a trarre nuove indicazioni sulle prossime mosse della Fed.
Sul Forex, l’euro/dollaro scende in area 1,054, il dollaro/yen a 148,9. Chiuso il mercato obbligazionario USA per il Columbus Day.