Le principali borse europee procedono sostenute a metà seduta, mentre i future di Wall Street scambiano sopra la parità, con l’attenzione degli operatori rivolta alle prossime mosse della Federal Reserve e alla crisi in Medio Oriente.
A Milano, il Ftse Mib avanza dell’1,7% a 28.139 punti, bene come il Dax di Francoforte (+1,6%), l’Ibex35 di Madrid (+1,6%), il Ftse 100 di Londra (+1,5%) e il Cac 40 di Parigi (+1,4%).
Focus sulle dichiarazioni di alcuni funzionari della Fed che hanno alimentato l’aspettativa che la banca centrale americana manterrà invariata la politica monetaria fino alla chiusura dell’anno.
Il vicepresidente della Fed Philip Jefferson ha infatti affermato che si potrebbe “procedere con cautela” dopo il recente aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro e il presidente della Fed di Dallas Lorie Logan secondo cui l’impennata dei tassi a lungo termine potrebbe riflettersi in una minore necessità di nuovi inasprimenti.
Sullo sfondo, le tensioni in Medio Oriente potrebbero intensificarsi ulteriormente dopo che un alto generale americano ha avvertito l’Iran di “non farsi coinvolgere” nel conflitto Israele-Hamas. Intanto, la Guida suprema iraniana, l’Ayatollah Khamenei, avrebbe negato un coinvolgimento dell’Iran nell’operazione di sabato scorso lanciata da Hamas contro Israele.
Nel frattempo, il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime del Pil dell’Italia per il 2023 e il 2024 nell’ambito della generale frenata dell’economia globale e in particolare di quella europea.
Per il 2023 il FMI prevede per l’Italia una crescita dello 0,7%, con un taglio di 0,4 rispetto alle previsioni di luglio. Nel 2024 il nostro Paese è atteso crescere dello 0,7%, con una limatura di 0,2 rispetto alle precedenti stime.
Il dato del FMI è pertanto inferiore a quello programmatico indicato dal Governo Meloni nella Nadef, che indicava un incremento del Pil pari allo 0,8% nel 2023 e all’1,2% nel 2024.
Per l’area euro il Fondo ha limato le previsioni dello 0,2% allo 0,7% nel 2023 e dello 0,3% all’1,2% per il 2024. Occhi poi sulla Germania dove il FMI stima una recessione (-0,5%) quest’anno, con una ripresa al ritmo dello 0,9% il prossimo anno (ridotta dello 0,4% rispetto alle indicazioni precedenti).
Venendo all’agenda macro odierna, ad agosto la produzione industriale in Italia è salita dello 0,2% su base mensile, contro il -0,3% delle attese, dopo il -0,9% di luglio (rivisto da -0,7%). La variazione dell’indice rispetto all’anno precedente, corretta dagli effetti di calendario, ha evidenziato una riduzione del 4,2%, a fronte del -2,3% del mese precedente (rivisto da -2,1%) e del -5,0% atteso.
Nel frattempo, sul forex, l’euro/dollaro sale a quota 1,060 e il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a 148,9. Tra le materie prime, il petrolio in flessione con il Brent (-0,3%) a 87,9 dollari e il Wti (-0,2%) a 86,2 dollari al barile.
Tornando a Piazza Affari, be comprate CNH e Amplifon (+3%), seguite da Stellantis (+2,8%) e Bper (+2,6%), mentre arretra solo MPS (-0,6%).