Mercati asiatici – Seduta tonica guidata da Hong Kong e Giappone

Seduta tonica per i principali listini asiatici dopo la chiusura positiva di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,8% e lo 0,6%. Ancora meglio Hong Kong, che avanza del 2% e il Giappone con Nikkei +1,7% e Topix +1,4%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +0,7%, lo S&P500 a +0,4% e il Dow Jones a +0,2%.

A sostenere i listini cinesi la decisione da parte di Central Huijin, il fondo sovrano di Pechino responsabile delle istituzioni finanziarie pubbliche, di incrementare le proprie quote nelle quattro maggiori banche statali del Paese asiatico per un investimento superiore ai 477 milioni di yuan (63 milioni di dollari). Si tratta della prima operazione di questo tipo negli ultimi otto anni.

Occhi nel contempo sulla Fed e sull’agenda macroeconomica. Cresce l’attesa per l’inflazione Usa in agenda nel pomeriggio e che secondo le previsioni dovrebbe mostrare un ulteriore rallentamento dei prezzi.

Intanto i verbali relativi alla riunione dello scorso 20 settembre hanno riportato che la maggioranza dei funzionari riteneva “probabilmente appropriato” un altro rialzo, sottolineando la necessità di lasciare il costo del denaro più alto più a lungo perché l’inflazione è ancora troppo elevata.

La presidente della Fed di Boston Susan Collins ha affermato che i funzionari stanno adottando un approccio più accomodante ora che i tassi sono o vicini o in corrispondenza del loro picco. L’omologo di Atlanta, Raphael Bostic, ha aggiunto che la banca centrale non ha bisogno di continuare a inasprire la politica monetaria a meno che la discesa dell’inflazione non inizi a rallentare.

Sul fronte macro, a settembre l’indice dei prezzi alla produzione in Giappone ha riportato un -0,3% su base mensile, a fronte del +0,1% del consensus e del +0,3% del mese precedente.

Su base annua, l’indice ha registrato un incremento del 2%, inferiore alla stima degli analisti (+2,4%) e in rallentamento dal +3,3% di agosto (rivisto da +3,2%).

Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,063 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen oscilla a 149,1. Tra le materie prime, petrolio in frazionale ribasso con il Brent (-0,4%) a 85,5 dollari e il Wti (-0,5%) a 83 dollari al barile.