Fin Posillipo (FinPo) promuove un’offerta pubblica di acquisto (opa) volontaria totalitaria su Pierrel finalizzata a ottenere la revoca delle azioni della società dalla quotazione su Euronext Milan di Borsa Italiana.
L’offerta, che verrà realizzata tramite un veicolo di nuova costituzione, avrà ad oggetto complessive 7.518.975 azioni (13,69% del capitale di Pierrel), pari alla totalità delle azioni dedotte 47.412.531 azioni (86,31% del capitale), di cui 41.544.665 azioni di titolarità di Fin Posillipo (75,63% del capitale) e 5.867.866 possedute da Bootes (10,68% del capitale).
Il corrispettivo in contanti, pari a 1,75 euro per azione portata in adesione, incorpora un premio del 10,1% rispetto al prezzo ufficiale registrato il 10 ottobre scorso (ultimo giorno di borsa aperta antecedente la data della comunicazione).
Inoltre implica un premio del 14,5% rispetto al prezzo di sottoscrizione delle azioni di nuova emissione rivenienti dall’aumento di capitale (1,529 euro per azione) e implicito del 10,5% rispetto alla media ponderata per i volumi negoziati su Euronext Milan dei prezzi ufficiali delle azioni relativa al periodo successivo alla data di approvazione dei termini dell’aumento di capitale, dal 6 luglio al 10 ottobre scorsi, pari a 1,58 euro.
In caso di integrale adesione all’offerta, il controvalore complessivo della stessa, è pari a 13.158.206,25 euro.
Il periodo di adesione dell’opa sarà concordato con Borsa Italiana e avrà una durata compresa tra un minimo di 15 e un massimo di 40 giorni di borsa aperta.
L’offerta – spiega una nota – è strumentale al perseguimento dei programmi futuri di crescita e al rafforzamento dell’emittente.
Fin Posillipo ritiene che “gli obiettivi dell’emittente possano essere più agevolmente ed efficacemente perseguiti in una società non quotata interamente partecipata. Il delisting consentirebbe all’emittente di perseguire i propri obiettivi con una maggiore flessibilità gestionale e organizzativa, con tempi di decisione e di esecuzione più rapidi e beneficiando altresì di una riduzione dei costi di gestione conseguente al venir meno dello status di
società quotata”.
Fin Posillipo aggiunge che “i costi connessi allo status di società quotata non appaiano sufficientemente giustificabili tenuto conto anche della limitata liquidità delle azioni sul mercato”.
Inoltre, attraverso l’offerta, “intende riconoscere agli azionisti di minoranza dell’emittente l’opportunità di liquidare il proprio investimento in azioni a condizioni più favorevoli rispetto a quelle attualmente offerte dal mercato, tenuto anche conto della dimensione limitata del flottante esistente e della limitata liquidità delle azioni”.
Qualora il delisting non venisse raggiunto ad esito dell’offerta, FinPo si riserva di valutare la realizzazione di operazioni straordinarie e/o di riorganizzazione societaria che possano comportare il delisting, inclusa la fusione per incorporazione dell’emittente nell’offerente (società non quotata), ovvero in un’altra società non quotata facente capo al gruppo di appartenenza di FinPo.
In ogni caso, FinPo si riserva di valutare in futuro, a sua discrezione, la realizzazione di eventuali ulteriori operazioni straordinarie, come altre fusioni infragruppo o trasferimenti di cespiti o aziende o rami d’azienda, che si ritenessero opportune, in linea con gli obiettivi e le motivazioni dell’offerta, nonché con gli obiettivi di rafforzamento dell’emittente, sia in assenza di revoca delle azioni ordinarie dell’emittente dalla quotazione sia in caso di delisting.
In ogni caso, ad oggi – precisa la nota – non sono state assunte decisioni formali da parte degli organi competenti delle società che potrebbero essere coinvolte in merito a tali eventuali operazioni straordinarie.