Nel corso dell’audizione sul Dl energia convocata lo scorso 11 ottobre dalle Commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera, Confcommercio ha sottolineato che le nuove misure adottate dal Governo per mitigare l’impatto dei costi dell’energia per imprese e famiglie “sono ancora insufficienti e vanno fortemente potenziate, a cominciare dalla necessità di reintrodurre i crediti d’imposta energetici e di azzerare gli oneri generali di sistema per il settore elettrico, analogamente a quanto fatto per il gas”.
Nonostante il trend dei valori delle materie prime energetiche abbia imboccato, nel primo semestre dell’anno, un percorso di progressiva normalizzazione, i prezzi delle forniture al dettaglio permangono ancora su livelli eccezionalmente alti rispetto a quelli pre-crisi.
Perimenti, ha aggiunto l’associazione imprenditoriale, “occorrerà ripristinare i crediti d’imposta energetici, proprio in considerazione del divario emerso tra il prezzo dell’energia elettrica nel trimestre di riferimento e i valori registrati nel 2019. Occorre inoltre ripristinare le scadenze originariamente previste per usufruire dei crediti d’imposta relativi al primo e secondo trimestre 2023, alla luce delle modifiche introdotte dal recente «decreto proroghe»”.
Per il costo della sterilizzazione degli oneri e del ripristino dei crediti d’imposta, ha proseguito Confcommercio, “potrebbe trovare adeguata copertura finanziaria anche nelle risorse derivanti dai proventi delle aste Ets versati dal Gse alla tesoreria dello Stato. Stando agli ultimi dati, da gennaio a giugno 2022, l’Italia ha collocato le quote di emissione di CO2 ad un prezzo medio di 82 euro/tCO2, generando proventi pari, al 30 giugno 2022, a circa 10,4 miliardi”.
Occorre poi, ha concluso l’associazione, “sbloccare i fondi già previsti a sostegno delle comunità energetiche e procedere speditamente sul fronte dell’attuazione delle misure contenute nel nuovo Capitolo RePowerEU del PNRR avviando, da subito, gli interventi di accompagnamento della transizione green del settore produttivo e di impulso all’autoproduzione da fonti rinnovabili e assicurando la loro effettiva inclusività, settoriale, dimensionale e territoriale”.
In quest’ottica Nocivelli – in qualità di ESCo Company specializzata nella realizzazione di impianti tecnologici e nei servizi di facility management e tra i leader di settore a livello nazionale nelle operazioni di Partenariato Pubblico Privato (PPP) per la realizzazione di strutture pubbliche e ospedaliere – è ben posizionata per cogliere le opportunità delle nuove risorse del Piano italiano di Ripresa e Resilienza soprattutto nel contesto della transizione energetica.
L’azienda presieduta da Bruno Nocivelli e guidata da Nicola Turra si è, infatti, già aggiudicata gare per la realizzazione di opere finanziabili con i fondi del PNRR per un importo pari a circa 30 milioni. La società bresciana auspica che i benefici economici di tali aggiudicazioni si concretizzeranno nel corso dei prossimi tre esercizi. Nel frattempo, però, continua a monitorare il settore per potere cogliere tempestivamente le occasioni che via via si andranno a concretizzare.
Il tutto, forte anche del recente aggiornamento al rialzo del backlog a circa 800 milioni, dai 650 milioni a fine marzo 2023, con un orizzonte al 2033. Di questi, circa 300 milioni sono relativi a contratti per la realizzazione di opere e per la fornitura di servizi previsti nell’arco dei prossimi 3 esercizi.
A comporre il portafoglio ordini, sia l’acquisizione di nuovi contratti sia il prolungamento con rinegoziazione di contratti esistenti che garantiscono quindi a Nocivelli la generazione di valore di lungo periodo anche in presenza di fattori esterni economici e geopolitici incerti.
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