MERCATI USA – Titoli bancari e petroliferi salvano il Dow Jones (+0,1%)

Wall Street si impantana nell’estensione del conflitto medio orientale e trova conforto solo nelle trimestrali delle principali istituzioni finanziarie del Paese (JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo) e nell’impennata del prezzo del petrolio che sostiene i titoli presenti nell’indice dei trenta titoli principali.

Non escono invece indenni dall’ultima seduta della scorsa ottava gli altri tre listini con lo S&P500 che cede mezzo punto percentuale, il Russell 2000 lo 0,85% ed il Nasdaq l’1,2%, quest’ultimo penalizzato dai titoli tecnologici che subiscono anche le nuove ulteriori restrizioni nelle importazioni di microchip e semiconduttori dalla Cina.

VIX in forte rialzo di quasi il sedici per cento a quota 19,30 dopo aver toccato anche quota 20,8.

Il mercato azionario domestico sta mostrando una grossa resistenza in bilico tra la volontà di un forte rimbalzo, in seguito al calo nel mese del settembre, ma ostacolato dai nuovi venti di guerra.

Sul mercato obbligazionario riparte la discesa dei rendimenti con il Tbond che cede otto punti base salendo al 4,61%.

Giornata molto brillante per tutte le materie prime, indistintamente, con l’unica eccezione del rame (-0,5%)

Il petrolio (+5,8%) vola a 87,7 dollari al barile, chiudendo sui massimi intraday.

L’escalation della tensione in Medio Oriente galvanizza anche i principali metalli preziosi i quali mettono a segno la miglior seduta dell’anno. L’oro si apprezza del 3,3% tornando ben al di sopra dei 1.900 dollari l’oncia, mentre l’argento accelera ulteriormente risalendo del 4,2% sfiorando i 24 dollari l’oncia. Entrambi i metalli sono tuttavia ancora al di sotto della chiusura del mese scorso, un gap che cercheranno di colmare definitivamente nelle prossime sedute malgrado il continuo rafforzamento del biglietto verde.

Sul mercato valutario, il dollaro mantiene il trend positivo rispetto alla moneta unica salendo fino a 1,051.