Mercati asiatici – Incerti con il sentiment diviso tra segnali contrastanti

Seduta incerta per i principali listini asiatici dopo la chiusura poco mossa di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,7 e l’1,3%, Hong Kong flette dello 0,2% mentre resiste il Giappone con Nikkei a +0,2% e Topix a +0,3%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -0,3%, lo S&P500 e il Dow Jones in parità.

I dati cinesi migliori del previsto non sono stati sufficienti a dissolvere le preoccupazioni sulle prospettive economiche del paese mentre le tensioni sempre più gravi in Medio Oriente continuano a pesare sul sentiment.

In particolare, la produzione industriale cinese di settembre è aumentata del 4,5% su base annua, leggermente oltre le attese (+4,4%), e in linea con il mese precedente. Il dato da inizio anno evidenzia un aumento del 4% tendenziale, poco al di sopra del consensus e del dato di agosto, entrambi +3,9%.

Il PIL del terzo trimestre 2023 ha segnato un incremento del 4,9% su base annua, in rallentamento rispetto al dato del secondo trimestre (+6,3%) ma al di sopra delle attese (+4,5%).

Le vendite al dettaglio sono aumentate a settembre del 5,5% a/a, oltre la stima (+4,9%) e il precedente +4,6%.

Persistono comunque le incertezze sul settore immobiliare cinese a causa del crollo delle vendite di case e dell’aggravarsi dei problemi legati ai debiti dei maggiori costruttori.

La Banca del Giappone ha intanto annunciato acquisti non programmati di obbligazioni mentre gli investitori sono in attesa di vedere se e quando l’istituto centrale nipponico modificherà la propria politica monetaria ultra-espansiva.

Sullo sfondo pesano i timori di escalation del conflitto in Israele dopo la strage in un ospedale a Gaza con centinaia di vittime. La Giordania ha annullato il vertice con Biden e ci sono proteste in tutto il Medio Oriente. Tel Aviv afferma che a provocare la tragedia sia stato il lancio fallito di un razzo della Jihad islamica.

Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,058 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 149,6. Tra le materie prime, corre il petrolio con il Brent (+2%) a 91,7 dollari e il Wti (+2,2%) a 87,3 dollari al barile.