Mercati asiatici – Dominati dalla debolezza

Domina la debolezza sui principali listini asiatici dopo la chiusura sottotono di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,6 e lo 0,8%, giù come Hong Kong (-0,6%) e il Giappone con Nikkei in calo dello 0,4% e il Topix dello 0,3%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -1%, lo S&P500 a -0,8% e il Dow Jones a -0,7%.

Gli investitori restano intenti a monitorare le indicazioni provenienti dalle banche centrali, dall’agenda macroeconomica e dalla Cina in un clima già di elevata volatilità a causa dei conflitti in atto.

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha affermato che la banca centrale americana è disposta a mantenere i tassi di interesse nuovamente stabili nella prossima riunione mentre osserva i dati chiave sulla crescita. Ha poi aggiunto che l’istituto sta procedendo con cautela considerando “i rischi e le incertezze”, sottolineando però che l’inflazione resta troppo alta e citando prove che al momento la politica monetaria non è “troppo restrittiva”.

Il ministro delle finanze giapponese Shunichi Suzuki ha affermato che è importante che lo yen si muova in modo stabile e in linea con i fondamentali mentre gli investitori monitorano la situazione cinese dopo che all’inizio di questa settimana la banca centrale del Paese asiatico ha effettuato la più grande iniezione di liquidità dalla fine del 2020 con prestiti a un anno attraverso la cosiddetta struttura di prestito a medio termine.

Sullo sfondo persistono i timori per il conflitto in Medio Oriente dopo che le basi statunitensi in Iraq e Siria hanno subito diversi attacchi di droni e un cacciatorpediniere americano ha abbattuto nel Mar Rosso tre missili lanciati dallo Yemen e forse diretti verso Israele.

Dall’agenda macro, a settembre l’indice dei prezzi al consumo del Giappone ha visto un leggero rallentamento al +3,0% su base annua dal +3,2% di agosto, in linea con le attese. Al netto dei prezzi relativi a cibi freschi e alle componenti più volatili, l’indicatore ha registrato +2,8%, rallentando meno delle attese (+2,7%) rispetto al +3,1% di agosto.

Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,057 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 149,9. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+1%) a 93,3 dollari e il Wti (+1,1%) a 89,4 dollari al barile.