MERCATI USA – Seduta contrastata

Wall Street tenta un rimbalzo dopo la precedente settimana negativa che riesce solo in modo molto parziale con alcuni indici che continuano invece la fase discendente.

Il mercato domestico non trova sollievo nemmeno nel brusco calo dei rendimenti obbligazionari, del petrolio e del dollaro, un mix la cui salita congiunta da inizio settembre ha penalizzato l’andamento di Wall Street.

La persistente instabilità militare in Medio Oriente sta diventando un peso difficile da gestire per i mercati azionari mondiali, al pari di una recessione economica che sembra sempre più reale e prossima.

Lo S&P500 (-0,2%) tiene a fatica la soglia dei 4.200 punti, mentre il Dow Jones cede lo 0,6% scivolando al di sotto dei 33.000 punti. Più marcata la discesa del Russell 2000 (-0,9%), da giorni il meno performante in assoluto. Solo il Nasdaq (+0,3%) riesce a chiudere in verde.

Ieri nuovi minimi dell’anno per Citigroup, Corning, Alcoa e 3M.

VIX in calo del quattro per cento a quota 20,35 dopo un massimo iniziale oltre i 23 punti.

Sul mercato obbligazionario si interrompe bruscamente la risalita dei rendimenti con il Tbond che prima sale di dieci punti base al 5,02% e poi ne cede otto chiudendo al 4,84%.

Giornata debole per la gran parte delle materie prime capitanate dal petrolio il quale lascia sul terreno oltre due punti percentuali terminando al di sotto degli 86 dollari al barile.

Seduta di consolidamento anche per i metalli preziosi con l’oro che perde mezzo punto percentuale e l’argento uno. In recupero invece il palladio (+2%)

Sul mercato valutario, il dollaro si indebolisce con decisione e arretra di quasi un’intera figura rispetto alla moneta unica terminando a 1,067. Il biglietto verde non sfonda la barriera dei 150 verso lo yen e si indebolisce rispetto al rublo russo che risale a quota 94. In difficoltà, invece, ancora la lira turca che tocca un nuovo minimo assoluto a quota 28,1 rispetto al biglietto verde.