Seduta prevalentemente in denaro per i principali listini asiatici dopo la chiusura in recupero di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,6 e l’1,1%. Bene anche Hong Kong (+1,2%) e il Giappone con Nikkei a +0,7%% e Topix +0,6%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha guadagnato lo 0,6%, lo S&P500 lo 0,7% e il Nasdaq lo 0,9%.
Il sentiment ha beneficiato dei piani governativi a sostegno dell’economia cinese che includono l’emissione di ulteriore debito sovrano e l’aumento del rapporto deficit di bilancio.
La travagliata società immobiliare cinese Country Garden Holdings è stata considerata in default per un bond in dollari per la prima volta, nel contesto della più ampia crisi del debito immobiliare che ha scosso l’economia cinese.
Nel frattempo, Hong Kong è al lavoro per ridurre le imposte sul trading di azioni, aumentate durante l’era della pandemia, mentre i funzionari cercano di rilanciare il settore immobiliare assediato e lo status della città come centro finanziario. John Lee, capo esecutivo di Hong Kong, ha dettagliato la politica e ha annunciato un piano per ridurre l’imposta sull’acquisto di case dal 15% al 7,5% per i non residenti e dimezzare l’imposta per i residenti che acquistano una seconda casa.
Sul fronte della politica monetaria, è probabile che i funzionari della Banca del Giappone monitoreranno i movimenti dei rendimenti obbligazionari fino all’ultimo minuto prima di prendere una decisione sull’opportunità di adeguare il programma di controllo della curva dei rendimenti in una riunione politica la prossima settimana.
Sul fronte internazionale, gli investitori restano intenti a monitorare le news provenienti dal Medio Oriente, dopo che il presidente francese Emmanuel Macron ha detto al premier israeliano Benyamin Netanyahu, in un incontro a Tel Aviv, che intende proporre ai propri partner della coalizione anti-Isis in Iraq e Siria la costituzione di una coalizione internazionale e regionale per combattere Hamas e i gruppi terroristici.
Sul fronte macro, ad agosto il Leading Index (finale) del Giappone si è attestato a 109,2 punti, al di sotto dei 109,5 punti del dato preliminare. A luglio il Leading Index (finale) si era fissato a 108,2 punti.
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,060 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen oscilla a 149,9. Tra le materie prime, petrolio in frazionale ribasso con il Brent (-0,4%) a 87,8 dollari e il Wti (-0,4%) a 83,4 dollari al barile.