Prevale nettamente la debolezza sui principali listini asiatici dopo la chiusura in calo di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen segnano rispettivamente +0,2 e -0,1%, Hong Kong cede lo 0,3%, peggio il Giappone con Nikkei a -2,2% e Topix -1,4%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -2,4%, lo S&P500 a -1,4% e il Dow Jones a -0,3%.
Sul sentiment pesano i segnali di debolezza emersi da una serie di risultati societari a partire dalle prospettive incerte sugli utili di Meta (-4,2% a Wall Street) che si sono aggiunte ai già deludenti dati sul cloud della società madre di Google, Alphabet (-9,6%).
Sul fronte geopolitico, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che la sua nazione è impegnata in una battaglia per la propria esistenza e che si sta preparando un’invasione. Invasione che Biden ha chiesto di ritardare in modo tale che possano essere liberati altri ostaggi detenuti da Hamas.
Infine, in Giappone l’impennata dei rendimenti dei titoli di Stato e l’indebolimento dello yen, sceso al minimo degli ultimi 33 anni sul dollaro, rafforzano l’aspettativa che la banca centrale del Paese valuterà un inasprimento della sua politica ultra-accomodante nella prossima riunione. Occhi intanto oggi pomeriggio sulla riunione e conferenza stampa della Bce.
Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,054 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 150,5. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,9%) a 89,4 dollari e il Wti (-0,8%) a 84,7 dollari al barile.