Mercati asiatici – Prevalgono i segni più

Seduta prevalentemente in denaro per i principali listini asiatici dopo la chiusura in calo di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen segnano rispettivamente +0,6 e +1,1%, Hong Kong avanza dell’1,2%, positivo anche il Giappone con Nikkei a +0,7% e Topix +0,6%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -1,8%, lo S&P500 a -1,2% e il Dow Jones a -0,8%.

Le azioni della Cina continentale sono salite dopo che i dati sugli utili delle società industriali hanno mostrato una crescita, anche se leggermente più debole rispetto al periodo precedente.

In Giappone, a ottobre l’inflazione di Tokyo ha inaspettatamente accelerato per la prima volta in quattro mesi. L’indice dei prezzi al consumo nella regione di Tokyo è infatti aumentato del 3,3% annuo, accelerando oltre le attese (+2,9%) rispetto al dato di settembre (+2,8%).

Sul punto, il Ministro delle Finanze giapponese Shunichi Suzuki ha ribadito che i funzionari stanno osservando i movimenti valutari con un elevato senso di urgenza.

Al centro dell’attenzione c’è anche l’incontro tra il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e il segretario di Stato americano Antony Blinken a Washington. Nella sua visita negli Stati Uniti, Wang ha affermato che i due paesi dovrebbero avere un dialogo “approfondito” poiché devono affrontare interessi comuni e ridurre le incomprensioni.

Occhi anche sugli sviluppi geopolitici in Medio Oriente, con l’esercito israeliano che afferma di aver ucciso il vice capo dell’intelligence di Hamas, ritenuto responsabile di aver contribuito alla pianificazione degli attacchi del 7 ottobre. Nella notte l’esercito ha effettuato anche un limitato raid di terra nel nord di Gaza.

Nel frattempo, attesa in giornata la diffusione del deflatore PCE che potrebbe consolidare le scommesse sulla pausa della Federal Reserve la prossima settimana.

Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,056 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen cala a 150,2. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+1,4%) a 89,2 dollari e il Wti (+1,5%) a 84,5 dollari al barile.