Nei primi nove mesi del 2023 i ricavi consolidati sono stati pari a 1,65 miliardi, in crescita del 9,7% a cambi costanti e del 6,8% a cambi correnti rispetto ai primi nove mesi del 2022.
La performance è stata trainata da una crescita organica del 7,6%, “ben superiore al mercato”, e dalle acquisizioni per il 2,1%, principalmente in Francia, Germania, Cina e Nord America.
La crescita organica, spiega una nota, “nonostante il persistere di un mercato europeo più debole rispetto alle aspettative, è stata sostenuta dall’incremento di quote di mercato e dal positivo sviluppo delle azioni di pricing. L’impatto del cambio è stato negativo per il 2,9% per il crescente deprezzamento del dollaro americano, del dollaro australiano e del peso argentino nei confronti dell’euro nel corso del periodo”.
L’EBITDA su base ricorrente si è attestato a 385,8 milioni, in crescita del 4,4%. Il margine sui ricavi su base ricorrente è stato pari al 23,5%, in riduzione di 50 punti base rispetto ai primi nove mesi del 2022, per effetto della minore leva operativa dell’area EMEA a causa di un mercato più debole rispetto alle attese, del mix geografico meno favorevole e dei forti investimenti nel personale specializzato di negozio (audioprotesisti) e nel marketing per sostenere il percorso di crescita futura. L’EBITDA as reported è stato pari a 372,6 milioni, dopo costi non ricorrenti pari al 13,2 milioni principalmente riconducibili all’applicazione del principio contabile IFRS 2 a seguito del piano di assegnazione di azioni comunicato lo scorso 5 gennaio.
L’EBIT si è attestato a 192,9 milioni su base ricorrente, in aumento dello 0,9%, con un’incidenza sui ricavi pari all’11,7%. Tale progresso è attribuibile “all’andamento dell’EBITDA, nonostante i maggiori ammortamenti relativi ai forti investimenti per l’espansione del network, l’innovazione e l’infrastruttura IT”. L’EBIT as reported è stato pari a 179,7 milioni.
Il risultato netto su base ricorrente si è fissato a 112,8 milioni, in calo del 5,7% rispetto ai 119,6 milioni registrati nei primi nove mesi del 2022 “per la minore leva operativa, i maggiori ammortamenti e l’incremento degli oneri finanziari”.
“Tale incremento, pari a 11,3 milioni, è attribuibile all’aumento dei tassi di interesse (nonostante la maggior parte del debito a medio lungo termine sia a tasso fisso), al forte effetto negativo dell’inflation accounting sulla consociata argentina, all’aumento degli oneri derivanti dall’applicazione del principio IFRS 16 relativamente alle spese di affitto del network e alle differenze cambio derivanti dall’oscillazione dei tassi principalmente nei paesi del Nord e Sud America”.
Il risultato netto as reported, che riflette gli oneri non ricorrenti di cui sopra per 9,4 milioni, è di 103,4 milioni, con un tax rate che si è attestato al 27,6%, in leggera riduzione rispetto allo stesso periodo del 2022.
L’indebitamento finanziario netto si è attestato a 917,6 milioni, rispetto a 830 milioni al 31 dicembre 2022.
La società si attende per l’esercizio 2023:
- ricavi consolidati, in linea con l’outlook precedentemente comunicato, di circa 2,29 miliardi, corrispondenti a una crescita dell’11% circa a cambi costanti rispetto al 2022, sostenuta dall’incremento delle quote di mercato, dalle positive azioni di pricing e dalle acquisizioni bolt-on. Il dato sui ricavi, aggiornato con le più recenti assunzioni sui cambi, corrisponde a circa 2,32 miliardi utilizzando le stesse assunzioni sui tassi di cambio dell’outlook precedentemente comunicato;
- EBITDA ricorrente di circa 550 milioni (corrispondente a circa 560 milioni utilizzando le stesse assunzioni sui cambi dell’outlook precedentemente comunicato), per effetto dei forti investimenti nel personale specializzato di negozio (audioprotesisti) e nel marketing per sostenere il percorso di crescita futura.